Cinema

Al cinema ‘Francofonia’ di Sokurov: il sottile filo tra arte e potere

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Francofonia, il nuovo film di Aleksandr Sokurov, esplora il sottile filo tra arte e potere, cogliendo l’occasione per metterci in guardia sull’idea d’Europa.

di redazione

La storia scorre anche attraverso le immagini delle opere d’arte. E l’arte è sempre passata dalle mani e dagli interessi dei governanti come emblema di potenza, ricchezza ed identità culturale.
“Il ritratto racconta di noi, della nostra storia. Che sarebbe l’Europa senza l’arte del ritratto?”.
È qui che trova il suo centro focale il nuovo film del russo Aleksandr Sokurov, da ieri nelle sale italiane. In questo suo nuovo lavoro esplora il sottile filo tra arte e potere, cogliendo l’occasione per metterci in guardia sull’idea d’Europa. In ‘Francofonia – Il Louvre sotto occupazione’ la storia si ripete, perché anche oggi come in passato l’identità europea è di nuovo messa in discussione. Chiede di essere rivista. Il film di Sokurov, Leone d’oro per Faust, e in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia, parte dall’arte per riflettere sul concetto di identità. Identità “ormai alla deriva” ma che si riscopre nelle opere d’arte. “Il museo è la parte più stabile del mondo della cultura. Cosa saremmo senza musei?”– dice infatti la voce fuori campo dello stesso regista. L’arte dunque è alla base di tutto e può essere la salvezza anche di fronte all’atto più ingiusto quale la e432f6b17934b74bacdb89fc4d75a9a7guerra. Un concetto che Sokurov lo afferma con poesia e ironia, mescolando il tempo con soluzioni tecniche d’avanguardia. Le quali chiamano in causa dal passato un buffo Napoleone (Vincent Nemeth) e la Marianne (Johanna Korthals Altes), fuoriusciti dai dipinti che li immortalano.

Fulcro di tutto è Parigi, precisamente il Louvre, museo che ha anche co-prodotto il film. Qui il museo parigino, esempio di civiltà, si trova sotto assedio. Sedicenti Stati tentano di costruire la loro esistenza pensando di smantellare i suoi tesori. E questo perché “uno Stato ha bisogno di un museo per esistere”, dice il film. Ma a difendere il suo enorme patrimonio artistico di Parigi ci sono loro, i principali protagonisti. Ovvero, il direttore del Louvre, Jacques Jaujard (Lois-Do de Lenquesaing), e l’ufficiale di occupazione nazista, il conte Franziskus Wolff-Metternich (Benjamin Utzerath) prima avversari poi collaboratori. Durante l’occupazione nazista del 1940 trovarono, da individui e non da soldati, un accordo per salvare quell’immane patrimonio contenuto nell’imponente museo di Parigi.
Tra immagini d’epoca, che vede personaggi storici come Hitler e Stalin, dialoghi con il capitano di una nave che viaggia nella tempesta con un carico di quadri che rischia di finire nell’Oceano, il film racconta soprattutto la storia di questi due uomini che lottano in nome dell’arte. In ‘Francofonia’ di Sokurov c’è tutto quindi: la storia, il gioco di potere, i sentimenti e soprattutto l’arte che ci restituisce la memoria e ci dice chi siamo e da dove veniamo.

 

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