In Anthropocene Alessio Deli espone una selezione di sei scultura in cui indaga la dimensione temporale dell’arte attraverso oggetti scartati o trovati
CATANIA – Dopo l’anteprima virtuale dello scorso dicembre 2020, il MacS Museo di Arte Contemporanea Sicilia di Catania, sotto la direzione di Giuseppina Napoli, presenta, la personale Anthropocene di Alessio Deli.
La mostra, a cura di Adriano Pricoco e Daniele Raneri, sarà inaugurata il 12 giugno alle ore 20.00, e sarà visitabile fino al 16 luglio 2021 con ingressi contingentati secondo le normative vigenti. In esposizione una selezione di sei sculture, realizzate tra il 2010 e il 2019, che rappresentano una sintesi del lavoro svolto dall’artista negli ultimi dieci anni.
Le opere in mostra
La ricerca artistica di Alessio Deli, indaga la dimensione temporale dell’arte attraverso le potenzialità espressive che scaturiscono dal reimpiego di oggetti trovati e manufatti scartati. Il recupero di materiali poveri per la creazione di opere nuove gli permette di raggiungere due obiettivi. Da una parte l’artista compila una sorta di campionatura del reale tramite ciò che è stato rifiutato dal sistema del consumo, mentre contemporaneamente sottrae gli stessi oggetti dall’oblio per reinserirli nel flusso del tempo umano. Dall’altra la conseguenza di questo processo scaturisce in un’analisi profonda del rapporto dell’uomo con il tempo, nella sua dimensione personale e collettiva (la memoria e la storia), fino a risalire all’essenza primordiale – all’inizio, all’incipit – dell’opera d’arte stessa.
L’arte di Alessio Deli secondo i curatori
Scrive il curatore Adriano Pricoco: “l’opera di Alessio Deli, che accresce la già notevole collezione del MacS, è come un ponte fra la storia (il passato) e il presente (contemporaneo). Un ponte fra un presente insostenibile e un futuro sostenibile”.
Daniele Raneri invece mette in evidenza come “la bellezza muliebre delle sculture di Deli, sebbene inficiata dalla natura terrena o dai rivolgimenti sociali, rimane imperturbata per giungere alla contemplazione”.
Giuseppina Napoli, direttrice MacS, afferma: “le figure femminili a cui Deli affida la sua prosa vengono dal passato e si portano dietro e dentro le mutilazioni e la violenza dell’uomo sull’uomo. Narrano la povertà che il capitalismo globale ha creato nel nostro tempo e le conseguenze dello sfruttamento spietato del pianeta”.
Immagini d’apertura: particolare di una scultura di Alessio Deli esposta in Anthropocene
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