Alla G.A.M arriva la mostra su Robert Indiana, creatore delle famose opere d’arte divenute icone della Pop Art.
di redazione
BOLOGNA – Il nuovo anno alla Galleria d’Arte Maggiore inizia all’insegna della Pop Art. Il famoso genere artistico che tanto ha segnato gli anni della seconda metà del ‘900 fino ad oggi. Seguendo l’onda delle grandi mostre internazionali, la G.A.M ripropone un secondo approfondimento sulla più amata arte americana. Dopo il successo ottenuto con la mostra di Andy Warhol, la nota Galleria bolognese presenta infatti un altro grande artista: Robert Indiana. Il creatore delle famose opere d’arte divenute icone della Pop Art, ma anche del linguaggio quotidiano dei media e dei nostri tempi.
La mostra, a cura di Franco e Roberta Calarota e promossa dalla figlia Alessia, sarà inaugurata sabato 23 gennaio (ore 18) e sarà visitabile fino al 31 marzo 2016.
Tra le opere esposte, non può mancare LOVE. La famosa scultura presentata in diverse varianti e protagonista assoluta dell’intera produzione di Indiana. Con Love esposti altri importanti e noti lavori come AMOR e ONE THROUGH ZERO. E’ attraverso queste opere che Indiana, partendo dall’identità americana, esplora la cultura occidentale dei giorni nostri. Lo fa nelle sue varie sfaccettature di linguaggio attraverso il potere dell’astrazione.
Lo spirito Pop di Robert Indiana trasforma l’ordinario in opere d’arte partendo da universali parole o simbolici numeri. Pop come attaccamento al quotidiano, come rifiuto di sistemi chiusi, come apertura alla fruizione delle masse. Come è tipico della Pop Art che rivolge l’attenzione su oggetti e i linguaggi della società consumistica, anche l’arte di Indiana è audace. E’ iconica, apparentemente immediata, dalla forte efficacia e potenza visiva che colpisce all’istante l’occhio e la mente dello spettatore.
Autoproclamatosi “pittore americano dei segni”, Indiana fonda le sue opere su un vasto ed originale repertorio di immagini, in cui predominano brevissime ma efficaci parole cariche di significato.
Come LOVE o AMOR, composte da lettere cubitali e serie di numeri. Concepiti inizialmente come dipinti, i suoi lavori si sono poi trasformati in opere scultoree, alcune monumentali: le “poesie scultoree”. Una vasta produzione di arte figurativa quella di Robert Indiana, interpretata con estrema esuberanza attraverso l’uso di colori accesi e brillanti e una forte valenza espressiva.
Attrazione per eccellenza della mostra alla G.A.M sarà quindi LOVE, la scultura diventata simbolo del lavoro dell’artista e un’icona dei nostri tempi. È l’immagine infatti più nota tra quelle realizzate da Robert Indiana, le cui lettere maiuscole sono disposte in un quadrato con la lettera O inclinata. L’opera, inizialmente pittorica, è stata creata prima per una cartolina natalizia su commissione del MoMA nel 1964. Poi inclusa nel 1973 su un francobollo celebrativo statunitense, e successivamente divenne opera scultorea con scritta tridimensionale in alluminio policromo.
Insieme a Love, esposta anche AMOR che, con la medesima tipografia a coppie di lettere sovrapposte, suddivide il vocabolo italiano in due parole inglesi: AM e OR. E ne arricchisce il significato con “I AM”. Poetica dichiarazione dell’essere, seguita dal dubbio umano “OR”, “oppure”, che richiama il famoso dubbio amletico “essere o non essere”.
Ruolo altrettanto emblematico lo riveste anche ONE THROUGH ZERO. I dieci numeri (da zero a nove) che Indiana non li allestisce in ordine crescente. Ma li dispone secondo un ordine mutevole in modo che, in base alla combinazione, generino interpretazioni differenti. Cifre significative, ricche di riferimenti sia alla personale esperienza dell’artista (come ad esempio gli edifici in cui ha vissuto), sia al ciclo della vita stessa.
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