“Sissi, motivi ossei” è la mostra dell’artistica Daniela Olivieri, nome d’arte Sissi. Attraverso opere in ceramica, Sissi esprime la sua ricerca sul tema del corpo
di redazione
BOLOGNA – “Sissi, motivi ossei” è il frutto della ricerca artistica di Daniela Olivieri, nome d’arte Sissi. Attraverso opere in ceramica, Sissi esprime la sua ricerca sul tema del corpo, attirando su di sé e sul suo originalissimo lavoro l’attenzione internazionale. Di quest’artista la Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. Di Bologna propone per la prima volta una mostra personale, che sarà inaugurata sabato 19 novembre e visitabile fino al 14 gennaio 2017.
Nata a Bologna, oggi Sissi vive e lavora tra l’Italia e Londra portando avanti una ricerca intima e interiore, capace però di straordinarie aperture e di farsi universale toccando corde emozionali condivise. La mostra, a cura di Maura Pozzati, si basa su una grande installazione, un paesaggio di germinazione ossee che comprende opere inedite in ceramica, create appositamente per quest’occasione. Un lavoro però derivato dall’ultima performance di Sissi, dal titolo “L’Imbandita”, presentata a Bologna durante l’ultima edizione di Artefiera a Bologna.
Al centro del suo lavoro creativo c’è da sempre una ricerca scientifica, per cura e meticolosità e poetica per interpretazione, sul tema appunto del “corpo”. Che dall’artista viene inteso sia come superficie su cui sperimentare durante le sue celebri performance, sia come interiorità da indagare negli aspetti identitari. Questa sua particolare ricerca artistica prende spunto da discipline come l’archeologia e l’anatomia e, approda ad una dimensione immaginifica, che indaga il difficile e precario equilibrio dell’individuo nella realtà che lo circonda, così come nel proprio universo interiore.
Il continuum della sua opera si sviluppa attraverso diversi mezzi espressivi che vanno dalla performance all’installazione, dalla fotografia al disegno, dalla pittura al libro d’artista, ma anche alle tecniche della tradizione artigianale italiana. Come in tal caso dimostra con questa mostra alla GAM. Linguaggi artistici eterogenei basati su una manualità che diventa quasi una dimensione introspettiva del fare, ma universalmente leggibili sul piano emozionale. Al confine tra una dimostrazione scientifica e una visione poetica, la predilezioni per le tecniche manuali, per gli aspetti tattili e concreti, realizzati in prima persona, distinguono l’artista da quelle tendenze che delegano la realizzazione pratica a favore del valore principe dell’idea e dall’utilizzo di mezzi “freddi” di provenienza tecnologica, creando un linguaggio personale ed ancestrale.
Dopo aver indagato diversi aspetti della tradizione artigianale italiana, Sissi prende ora possesso di un altro materiale tipico dell’artigianato italiano: la ceramica. Riprende i resti ossei del banchetto della sua ultima performance “L’imbandita” – tenutasi a Bologna, presso l’oratorio di San Filippo Neri – per riportarli a nuova vita in un’installazione inedita. La sala principale della galleria diventa quindi il punto di vista privilegiato su un vasto paesaggio di germinazioni ossee, creato attraverso un gruppo di opere realizzate per l’occasione nella storica Bottega Gatti di Faenza.
La carriera di Sissi può già vantare prestigiosi riconoscimenti come il premio New York (2006), il Rome Prize all’American Academy (2006), il Gotham Prize del Ministero degli Affari esteri (2012). Tra le mostre più importanti vanno sicuramente citate “Manifesto Anatomico” nel 2015 in diverse sedi a Bologna, “Aspiranti aspiratori” a Shanghai nel 2013, “Addosso” alla Fondazione Pomodoro a Milano nel 2010, “Nidi” al Macro di Roma e numerose altre tra Tokyo, New York, Amsterdam e l’Italia. L’artista vanta anche interessanti collaborazioni con aziende quali Furla, che dopo il premio che porta il nome del noto brand di pelletteria vinto da Sissi nel 2002, affida all’artista la creazione della collezione di accessori Primavera-Estate 2010.
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