di redazione
Bologna, mercoledì 24 febbraio 2016 –
Dalla fotografia alla musica, ai racconti dal futuro con la sci-fi. Vi ricordate il famoso cartone animato Mazinger Z, invenzione di Gō Nagai, arrivato sugli schermi italiani dal Giappone, patria dell’industria tecnologica?
Ecco, alla ONO arte contemporanea, la nota galleria di Bologna, oggi si parla proprio di questo. Più precisamente, nell’incontro che si tiene alle ore 18, si parlerà del TEOREMA NAGAI: APOCALITTICI E ROBOTICI, a cura di Paola Scrolavezza in conversazione con Jacopo Costa Buranelli e Francesca Scotti. Un evento, a ingresso libero, organizzato dalla galleria d’arte bolognese in collaborazione con NipPop, Power to the Pop – Osservatorio sulle culture pop e J-Pop.
L’incontro è il primo di cinque appuntamenti ( fino al 4 maggio) della rassegna dal titolo ‘Apocalittici e Sopravvissuti’: racconti dal futuro, che si propone di tracciare un percorso nella sci-fi del secondo dopoguerra: da Godzilla a Star Wars, da Gō Nagai a Ballard, proiezioni utopiche o distopiche di una realtà troppo spesso spaventosa hanno raccontato di un’umanità fragile, sospesa fra due millenni, assetata di nuovi modelli che possano anticipare o raccontare ciò che è prossimo, ciò che speriamo non si verifichi mai o il percorso che si compirà per arrivarci. Le creazioni letterarie e artistiche della fantascienza aiutano a comprendere e raccontare le metamorfosi in atto e a prospettare e immaginare futuri diversi
Gō Nagai è ormai saldo nel suo posto nella storia della sci-fi – e non solo giapponese – come il creatore del primo gigantesco robot pilotato dall’interno da un essere umano: Mazinger Z. Erano i primi anni ’70, il Giappone era in pieno boom economico grazie – non a caso – alla crescita dell’industria tecnologica, e nel giro di pochi anni avrebbe superato l’egemonia degli Stati Uniti in un mercato che fino a quel momento sembrava inaccessibile. Nagai era nato nel 1945, un anno cruciale nella storia del Giappone moderno, l’anno che vede la fine non solo di una guerra ma anche del più ambizioso sogno imperialista mai nutrito dal Sol Levante. L’anno che vede lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, e l’inizio di un incubo senza fine. Mazinger, Goldrake e gli altri mecha, super-robot incredibilmente potenti, sorta di salvatori tecnologici di un’umanità che si riscopre fragile, esorcizzano le paure. Quelle di un nemico oscuro, che ancora una volta arriva dal cielo.
Gō Nagai, classe 1945, fin da ragazzo è stato affascinato dai lavori dell’artista che in Giappone è noto come “dio dei manga”, Osamu Tezuka. Pubblica la sua prima opera, Meakashi Polikichi, sul numero di novembre 1967 della rivista Bokura, edita da Kodansha. Il grande successo arriva tuttavia nel 1972, con l’arrivo sugli schermi della TV giapponese delle versioni animate di Devilman e Cutie Honey. Seguono Mazinga e Ufo Robot Grendizer: quest’ultimo arriverà in Europa tre anni più tardi, con il titolo di Goldrake, facendo del suo autore un’icona dell’animazione e del manga sci-fi a livello internazionale
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