Arte

Alle Scuderie del Quirinale in mostra le opere recuperate nella Francia napoleonica

Raffaello Papa Leone X

La mostra alle Scuderie del Quirinale rievoca l’avventuroso recupero delle opere d’arte italiane nella Francia napoleonica

 

di redazione

ROMA – Il nostro patrimonio artistico non ha eguali. Spesso a rivelarcelo sono paradossalmente le numerose razzie di opere d’arte che sono state oggetto d’interesse del mercato nero.
Ma non solo del mercato nero, anche di principi e sovrani che hanno ammirato, e a tratti invidiato, le nostre infinite ricchezze artistiche fino a volerle fare proprie.
Il caso più eclatante rimasto alla storia è la spogliazione di dipinti e sculture di grandi maestri, come Raffaello, Tiziano, Carracci, Guido Reni, Tintoretto, Canova, e molti altri artisti, da parte di Napoleone Bonaparte che se ne appropriò durante la campagne militari tra il 1796 e il 1814 trasferendole al Louvre.
A rivelarci nel suo insieme l’immenso valore e la maestosità artistica di queste opere, in modo davvero inedito, è il Museo Universale, ovvero la particolare e originale mostra ospitata alle Scuderie del Quirinale e visitabile fino al 12 marzo 2017.
La grande mostra, a cura di Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce, rievoca proprio l’avventuroso recupero dei nostri capolavori italiani in Francia. Oltre che commemorare una data molto importante. Il 2016, che sta per concludersi, è l’anno in cui ricorre un anniversario di fondamentale importanza per la storia civile e culturale dell’Europa e in particolare dell’Italia. Ovvero i duecento anni dal ritorno in patria dei capolavori rubati. Risale infatti al 1816 il rientro a Roma delle opere d’arte e archeologiche dello Stato Pontificio requisiti dai napoleonici. Episodio, inoltre, preceduto e accompagnato dal recupero da parte di altri Regni e territori della penisola di molti degli oltre 500 dipinti che nel periodo delle campagne militari francesi erano stati prelevati e inviati a Parigi, dove furono selezionati per essere esposti nel nascente Museo del Louvre.

La mostra alle Scuderie del Quirinale dunque non è solo un’esposizione d’arte, può essere definita anche una mostra di una certa rilevanza da un punto di vista storico. E non solo, pone infatti al pubblico una riflessione, invitandolo a prendere coscienza dell’importanza della valorizzazione e tutela del vasto patrimonio culturale, su cui inoltre bisognerebbe puntare una ulteriore e unificata attenzione poiché da nord, e in particolare, a Sud sono ancora molte le aree e i luoghi storici e artistici da proteggere e valorizzare. Un patrimonio da salvaguardare e valorizzare a cui la mostra al Quirinale attribuisce anche un altro valore, ovvero quello relativo alla capacità delle opere d’arte di favorire il senso di identità PeruginoPerugiaGalleriaNazionale 2culturale, che non si racchiude solo in quella nazionale, ma diventa pure perno di una comune identità europea.
Contemporaneamente al rientro delle opere migrate in Francia infatti, l’Italia si trovò allora a interrogarsi per la prima volta sul destino delle migliaia di opere d’arte che avevano abbandonato chiese e conventi a seguito della soppressione degli ordini religiosi nei primi anni dell’Ottocento. La fortuna del Museo del Louvre come museo universale, le perdite di alcuni capolavori rimasti in Francia, ma soprattutto la demanializzazione di una vera e propria massa di opere d’arte accumulatesi in depositi improvvisati, alimentarono un dibattito vivace sul valore pubblico del patrimonio artistico, favorendo l’apertura di musei ancora oggi tra le realtà più significative del Paese, come ad esempio la Pinacoteca di Brera, le Gallerie dell’Accademia di Venezia o la Pinacoteca di Bologna.
E’ all’interno di questi come di altri musei, in Italia e all’estero, i quali osservarono con interesse l’esperienza del Louvre, che si procedette a una rivisitazione della storia dell’arte attraverso considerazioni significative sia sul piano critico, sia in merito alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Alla luce di quanto detto, l’interesse della mostra è dunque quello di ripercorrere le tappe salienti della vicenda storica, ma soprattutto di restituire una lettura critica in grado di sensibilizzare il pubblico di oggi al valore che assunse allora il patrimonio culturale nazionale, che fu visto per la prima volta come strumento principale di educazione del cittadino e al tempo stesso strumento fondamentale per una comune identità europea. Tale lettura, ai curatori della mostra, è sembrata ancora oggi di grande attualità, per questo l’esposizione si pone anche come occasione per riflettere sul patrimonio storico e artistico come terreno da cui partire per definire un linguaggio comune europeo.

Immagini in alto a sx: Papa Leone X, 1517-1518, Raffaello
              in basso a dx : Arcangelo Gabriele, 1508, il Perugino

 

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