Cresciute del 20% le donazioni, 34 milioni di euro per salvare i beni culturali. Ma il ministro Franceschini lancia un appello alle grandi imprese.
di Antonella Furci
ROMA – Pochi giorni fa il ministro Franceschini invitava i privati facoltosi a sostenere (in pratica grandi imprese) i 20 musei autonomi. Adesso capiamo meglio il perchè conoscendo i risultati della cosiddetta Art Bonus, nata sulla scia del decreto legge di stabilità. A quanto pare di mecenati ce ne sono e pure un bel po’. In quasi un anno ben 790 mecenati, tra aziende, enti e singole persone, si sono messi in moto per salvare i beni culturali. Sono arrivati a donare circa 34 milioni e segnando un +20% dei lasciti per il patrimonio.
Ma cos’è l’Art Bonus? In sostanza l’azienda dona una cifra e il 65% di questa diventa bonus fiscale, ovvero detraibile dalle imposte. È possibile scegliere tre campi di destinazione della donazione: la restaurazione di un bene culturale pubblico (es. Colosseo), il sostegno a istituti artistici pubblici, come fondazioni lirico-sinfoniche e il restauro o potenziamento dei beni pubblici nell’ambito dello spettacolo. Attraverso il sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (in una nota datata 22 ottobre scorso) il ministro Dario Franceschini annuncia i primi concreti risultati della misura varata nell’estate del 2014 dal governo Renzi. Il ministro ci tiene a precisare che comunque i “dati sono ancora provvisori e in crescita”, ma sono comunque “straordinari anche perché ottenuti in una fase sperimentale e senza una campagna promozionale”.
Ma a quanto pare la strada da percorrere è ancora lunga. Nonostante si tratti di una bella cifra, il ministro coglie l’occasione per rilanciare l’appello alle grandi imprese del Paese e ai grandi mecenati che ancora ‘latitano’. Infatti l’Art Bonus “è andato bene per le piccole e medie donazioni – evidenzia il ministro della cultura – ma a parte un solo caso, quello di Unicredit che ha offerto 14 milioni in tre anni per l’Arena di Verona, non c’è stata ressa di grandi aziende italiane. Vorrei – continua Franceschini – che come in altri paesi, la valutazione sull’impatto sociale delle imprese fosse anche in base a quanto donano per il recupero del nostro patrimonio”. Tuttavia con l’Art Bonus “le donazioni per il patrimonio sono cresciute del 20%” – sottolinea invece il consigliere Mibact Lorenzo Casini. Mentre per il presidente dell’Anci Piero Fassino: “l’Arte Bonus è una misura che va nella direzione giusta soprattutto per i comuni, anche se non è stata ancora sufficientemente promossa”.
Ora, dopo questi risultati e in attesa che la stabilità diventi legge ed entri in vigore, si entra comunque nel vivo di una campagna promozionale, con uno spot tv, che dovrebbe essere diffuso in queste prime settimane di novembre, con messaggi in radio e sul web e con affissioni nei comuni. Quest’ultimi , almeno per ora, hanno raggiunto i risultati migliori, tra i beneficiari infatti ci sono 134 comuni.
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