Arte

Cinque minuti con Le Ninfee di Monet: la mostra a Palazzo Ducale di Genova

Palazzo Ducale ospita uno dei più celebri dipinti di Claude Monet: Le Ninfee, che possono essere ammirate da vicino per cinque minuti

 


 

GENOVA – Un’occasione unica per una visita particolare a tu per tu con l’opera che proviene dal Musée Marmottan Monet di Parigi. Dal 12 giugno al 23 agosto a Palazzo Ducale si potranno trascorrere alcuni minuti con uno dei più celebri dipinti di Claude Monet: Le Ninfee
Cinque minuti esclusivi per ammirare da vicino uno dei quadri più famosi del grande pittore impressionista.
Con questa iniziativa, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura intende far diventare il distanziamento sociale occasione per un’esperienza estetica immersiva ed emozionante. Pertanto, in un periodo in cui si è costretti a costruire barriere per proteggersi, Palazzo Ducale fa del dovuto distanziamento sociale un’occasione per avvicinare il pubblico all’arte. E Claude Monet, con la sua pittura fluida ed avvolgente, permette la riscoperta della contemplazione e della forza espressiva di un’opera d’arte.

 

L’esposizione vede la collaborazione di Palazzo Ducale con il Gruppo Arthemisia e il Musée Marmottan Monet di Parigi, e si avvale del sostengo di Generali Italia col progetto Generali Valore Cultura e del Comune di Genova. Quest’ultimo per l’occasione ha concesso in visione, come introduzione alla visita del capolavoro di Monet, il dipinto La contessa Beatrice Susanne Henriette van Bylandt di Giovanni Boldini, proveniente dalle Civiche Raccolte Frugone di Nervi.
Nel 1894 fu infatti Boldini, pittore italiano e massimo rappresentante della Belle Époque, a sollecitare la conoscenza di Monet in Italia. E in questa mostra, anche oggi come allora, Boldini introduce l’opera dell’artista francese, con un altro capolavoro.

 

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Giverny

Nel 1883 Claude Monet (1840-1926), al seguito della moglie e dei figli, si trasferisce a Giverny, piccolo e tranquillo paese immerso nella campagna della Normandia. Un paese, secondo le sue parole, dove “la luce è unica: non si trova uguale in nessun’altra parte del mondo.” Nell’estate del 1893, Monet ottiene l’autorizzazione a deviare il corso dell’Epte che costeggiava allora il villaggio di Giverny. Alla fine dell’anno, i lavori sono conclusi e Monet, che da giardiniere e botanico esperto cura i dettagli del suo giardino, fa piantare quattro salici piangenti della varietà cosiddetta “di Babilonia” sul perimetro dello stagno delle ninfee di Giverny. Uno in prossimità del ponte giapponese, due sul lato lungo del laghetto parallelamente alla strada e un ultimo sulla riva opposta al ponte. Gli alberi lì piantati sono un elemento che l’artista inserisce più volte nei numerosi quadri realizzati durante la Prima Guerra Mondiale e fino alla fine del decennio. Nelle prime versioni, in un angolo è visibile la riva e appare il tronco, potente segno verticale dalle morbide ricadute, il cui riflesso si staglia sull’acqua calma. Presto, i riferimenti al tronco e alla riva si cancellano, il che non permette ormai più di sapere di che albero si tratta né di individuare la collocazione del pittore.

 

Le Ninfee

Nell’opera esposta a Palazzo Ducale, Monet offre la visione di un “mondo fluttuante”, spazio piano dove si fa fatica a distinguere l’immagine dal suo riflesso, dove due cascate di salici, vicino ai bordi laterali, incorniciano un tappeto di ninfee su cui poggiano i riflessi delle nuvole.
Le Ninfee sono caratterizzate dall’assenza di fondo: l’orizzonte è aperto, non vi è né terra, né cielo, ma solo l’onda e il fogliame ricoprono la tela luminosa e sovrastata da corolle di fiori eterei; Ninfee che rappresentano una tappa fondamentale nell’arco della produzione artistica di Monet, poiché sintetizzano l’evoluzione finale non solo dello stile dell’artista, ma dell’intera corrente pittorica impressionista nella quale egli si inserisce. A corredo della mostra alcune fotografie del Maestro, un video introduttivo che ne racconta la vita e un video d’epoca (1915 ca.) che riprende Monet mentre dipinge nel suo giardino a Giverny.

 

Monsieur Monet. Sinestesie intorno alle Ninfee

A corredo della mostra è stata realizzata una pubblicazione, che si propone come un vero e proprio invito alla riscoperta della concretezza dell’esperienza estetica attraverso la contaminazione dei sensi. Una contaminazione resa possibile dal contributo di Carlo Cracco, Ivano Fossati, Sandro Veronesi, Leo Lecci, Marianne Mathieu, Rinaldo Pesaro e Matteo Fochessati che hanno condiviso gratuitamente il loro sapere, lasciandosi ispirare dalle ninfee di Monet. Una contaminazione che apre la strada a un’autentica percezione della bellezza. Monsieur Monet è in vendita presso la biglietteria di Palazzo Ducale, al costo di 7€

Come si svolge la visita

La visita alla mostra segue i protocolli di sicurezza anti Covid-19 che prevedono il rispetto della distanza interpersonale tra i visitatori. È obbligatorio l’utilizzo della mascherina e la misurazione della temperatura all’ingresso della mostra.
Il percorso espositivo inizia nel loggiato maggiore e prosegue all’interno dell’Appartamento del Doge, e nella grande sala espositiva è possibile ammirare le Ninfee in completa solitudine per cinque, magnifici, minuti. All’interno della sala inoltre è possibile scegliere se ammirare l’opera in silenzio oppure accompagnati dalla musica di Arvo Pärt Spiegel im Spiegel o, in alternativa, dalle parole che lo stesso Monet scrisse al critico François Thiébault-Sisson nel febbraio del 1918, lette da Luca Bizzarri.
Tramite QR code è possibile accedere agli audio oppure utilizzare il touch screen presente in sala.

 

Immagine d’apertura: Claude Monet, Le Ninfee, 1916-1919
© Musée Marmottan Monet, Paris / Bridgeman Images
Info:
  www.palazzoducale.genova.it

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