di redazione
Roma, martedì 28 novembre 2017 –
Primo Piano – Nel corso degli ultimi due anni, il patrimonio culturale dello Stato è andato ad ampliarsi. Una serie di sculture, dipinti e disegni sono stati acquisiti
dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, per un totale di circa 4 milioni di euro di spesa, andando ad arricchire le collezioni dei grandi e dei piccoli musei. Tra il 2016 e il 2017 il MiBact ha aggiunto ben 151 opere al patrimonio dello Stato che sono state destinate ai musei e agli istituti culturali statali. Si tratta di opere di vario tipo: sculture, fotografie, porcellane, disegni, ma soprattutto dipinti. “Lo Stato rafforza l’acquisizione di opere d’arte – ha dichiarato il ministro Dario Franceschini e come riporta una nota stampa del Mibact – e le restituisce ai cittadini, arricchendo le collezioni dei musei. Una preziosa azione di tutela resa possibile dalle risorse destinate alle acquisizioni, che nella Legge di Bilancio 2018 sono state aumentate di altri 4 milioni di euro”. Le 151 opere d’arte, di cui è compresa una collezione etnografica di cento pezzi, sono state acquisite dal MiBACT- Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, con il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico Belle arti, sui fondi destinati agli acquisti coattivi per un totale specifico pari a 3.891.900 euro. Il tutto su segnalazione degli uffici di esportazione (che propongono l’acquisto delle opere al prezzo dichiarato nella richiesta di autorizzazione all’uscita dal territorio nazionale) e su proposta delle locali Soprintendenze, agendo così in prelazione su compravendite private o in acquisto coattivo per evitarne l’esportazione.
A far parte del patrimonio culturale, e quindi delle collezioni dello Stato, sono entrati, citando solo alcuni dei capolavori: il ‘Ritratto di Abbondio Rezzonico’ di Pompeo Batoni per la Galleria nazionale di Palazzo Barberini a Roma; ‘La vague’ di Gustave Courbet destinata alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma; due importanti dipinti di Bernardo Strozzi, che ora si trovano rispettivamente nelle Galleria dell’Accademia di Venezia e nella Galleria di Palazzo Spinola a Genova; “Allegoria del lavoro” di Carlo Carrà, destinato alla Pinacoteca di Brera; un dipinto del 1954 di Carol Rama per la Galleria Sabauda di Torino. Oltre ai nuovi grandi musei, degli acquisti hanno beneficiato anche sedi dipendenti dai Poli museali come la Pinacoteca nazionale di Bologna, cui è stata assegnata la ‘Santa Prassede’ di Antonio Carracci, e il Palazzo ducale di Gubbio che ha acquisito una serie di otto immagini di santi di Taddeo di Bartolo.
Immagine in alto:
Gustave Coubert, La vague,1871 – Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
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