Arte

Da Balla a Boccioni e Carrà. I maestri del Futurismo in mostra a Palazzo Blu Pisa

I massimi esponenti del movimento artistico, saranno al centro della mostra “Futurismo” organizzata da Fondazione Palazzo Blu insieme a MondoMostre.

di redazione

PISA – Il 20 febbraio 1909 usciva con un clamore internazionale su “Le Figaro” a Parigi il Manifesto di fondazione del futurismo, stilato da F.T Marinetti. Con quello scritto programmatico Marinetti inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura. Fino ad allora utilizzata nella propaganda politica o nella nascente pubblicità. Strumento di comunicazione “rumoroso” e popolare, il manifesto rappresentava un’assoluta novità e una sua specificità rispetto alle altre avanguardie europee del tempo. Il suo sogno era di saldare l’arte e la vita ridisegnando l’intero orizzonte umano.

La mostra

Al teatro dei piccoli/ Balli plastici, 1918 F. Depero

Curata da Ada Masoero, la rassegna si avvale del patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Pisa. Il catalogo invece è edito da Skira Editore. Il percorso espositivo sarà costituito da più di cento opere. Ovvero dipinti museali e importanti collezioni private, ma anche disegni, progetti e oggetti d’arte dei maestri del futurismo. La mostra a Palazzo Blu si propone di provare come i grandi artisti futuristi seppero rimanere fedeli alle riflessioni teoriche enunciate nei manifesti. Riuscirono a tradurle infatti in immagini dirompenti, innovative e straordinariamente felici sul piano artistico. Ogni opera che verrà esposta è stata scelta dunque, oltre che per la sua qualità, per l’aderenza ai punti teorici del movimento. Scegliendo per l’occasione, tra i numerosi artisti che nel tempo hanno aderito al futurismo, i firmatari dei manifesti presi in esame.
Due sole le eccezioni alla regola: una in apertura, con lo spettacolare ritratto di Marinetti di Rougena Zatkovà. Forse il più fedele al vulcanico temperamento del fondatore. E una in chiusura, con “Prima che si apra il paracadute” 1939, l’opera di Tullio Crali.  Quest’ultima opera era stata scelta come immagine di copertina del catalogo della grande mostra “Italian Futurism 1909-1944. Reconstructing the Universe”, curata da Vivien Greene nel 2014 per il Solomon Guggenheim Museum di New York.
Il percorso è aperto dagli esordi divisionisti comuni ai cinque “futuri futuristi”: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini. Scandita in sezioni intitolate ognuna a un manifesto, la mostra attraversa poi trent’anni di arte futurista, iniziando dal 1910, quando uscirono i due manifesti pittorici firmati dai giovani “padri fondatori”.

Il percorso espositivo
Ogni opera che verrà esposta è stata scelta, oltre che per la sua qualità, per l’aderenza ai punti teorici del movimento. Scegliendo per l’occasione tra i numerosi artisti che nel tempo hanno aderito al futurismo, i firmatari dei manifesti presi in esame.
Due sole le eccezioni alla regola: una in apertura, con lo spettacolare ritratto di Marinetti di Rougena Zatkovà. Forse il più fedele al vulcanico temperamento del fondatore. E una in chiusura, con “Prima che si apra il paracadute” 1939, l’opera di Tullio Crali. Scelta come immagine di copertina del catalogo della grande mostra “Italian Futurism 1909-1944. Reconstructing the Universe”, curata da Vivien Greene nel 2014 per il Solomon Guggenheim Museum di New York.
Il percorso è aperto dagli esordi divisionisti comuni ai cinque “futuri futuristi”: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini. Scandita in sezioni intitolate ognuna a un manifesto, la mostra attraversa poi trentanni di arte futurista, iniziando dal 1910, quando uscirono i due manifesti pittorici firmati dai giovani “padri fondatori”.

Prestiti e collezioni
La mostra è resa possibile grazie a importanti prestiti di rilevanti enti museali. Tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museo del Novecento e la GAM di Milano, il Castello Sforzesco di Milano (Civico Gabinetto dei Disegni e Collezione stampe “Achille Bertarelli” con dieci opere). E poi ancora il Mart di Rovereto, il Museo Caproni di Trento e altre pregiate collezioni pubbliche e private.

 

*In alto: Forme Grido Viva l’Italia, 1915, Giacomo Balla


Info

Palazzo Blu Pisa
Orario: lunedì – venerdì 10-19 sabato –domenica 10 -20
Biglietti, visite guidate, gruppi, scuole:
info su www.futurismopisa.it

 

 

 

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