Arte

Da Fontana a Burri alla Pop Art: la mostra alla Tornabuoni di Firenze

Emilio Isgr2

La mostra della Tornabuoni Arte di Firenze, apre uno sguardo su tutto il XX secolo e sui principali movimenti artistici che lo hanno caratterizzato

 

di redazione

FIRENZE – Uno sguardo su tutto il XX secolo e sui principali movimenti artistici che lo hanno caratterizzato, è questo il ‘leitmotiv’ della mostra “Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2017”, che la Tornabuoni Arte  inaugurerà oggi alle ore 18 nella sua sede a Firenze. Si tratta di una mostra realizzata da opere selezionate dalla collezione della galleria stessa, e nasce dalla passione e dedizione di Roberto Casamonti che, grazie anche al network di gallerie aperte in Italia e all’estero, ha saputo creare negli anni rapporti sempre più forti con collezionisti, fondazioni e musei, dando vita a una raccolta unica. E’ un’iniziativa che si rinnova ogni anno, rimarrà allestita infatti per un anno, fino al 25 novembre 2017.
Come di consuetudine è accompagnata anche da un catalogo. Un prezioso volume che raccoglie oltre duecento opere che documentano, partendo dagli ultimi anni dell’ 800 fino alle sperimentazioni internazionali più contemporanee, l’attività di artisti e movimenti storici affermati e riscoperti, e qui proposti da Tornabuoni Arte. Nel saggio introduttivo, ‘Dalle Avanguardie al Post-Moderno’, Gino Pisapia traccia le linee guida che sottintendono a queste scelte. Seguendo una linea cronologica, il catalogo parte da un raffinato ‘Ritratto di donna’ del 1890 di Giovanni Boldini, per passare da una serie di opere che hanno come tema il ‘paesaggio’, un classico della storia dell’arte italiana. La sequenza che si sussegue nel catalogo mette insieme una serie di grandi artisti: da Carlo Carrà a Ottone Rosai, da Giorgio Morandi a Massimo Campigli e Ardengo Soffici, fino ad arrivare alle rappresentazioni metafisiche di Giorgio De Chirico e terminando con Mimmo Paladino.
In mostra comunque, molte le opere che testimoniano le indagini condotte nell’ambito della raffigurazione dello spazio e della materia. Lucio Fontana, artista al quale è stata dedicata la mostra che ha inaugurato la galleria di Londra nell’ottobre del 2015, è presente con delle Lucio Fontana Concetto spazialeceramiche del 1950 e del 1957 e con delle idropitture su tela, come lo splendido Concetto spaziale, due tagli su campo rosso del 1967. Esposti pure Agostino Bonalumi con Blu del 1964 o Bianco del 1988 oppure Enrico Castellani di cui si può ammirare l’eleganza che lo contraddistingue in opere di carattere museale come Senza titolo, del 1959, e Superficie bianca, in due versioni, una del 1999 e l’altra più recente del 2005.
All’interno di questa ricerca artistica ambientale non può mancare Paolo Scheggi del quale è esposto, tra gli altri, un lavoro emblematico del suo percorso, Parete dell’Intercamera plastica, unica parte superstite di una grande installazione, realizzata nel gennaio del 1967 per la nuova sede del Naviglio 2 – Galleria d’Arte a Milano. E ancora, in mostra anche artisti del calibro di Piero Manzoni, Alberto Burri, Gianni Colombo e Alberto Biasi. Ma anche Piero Dorazio, per il quale la percezione dello spazio, attraverso la luce e il colore, assume un ruolo fondamentale come si nota nelle sei opere in catalogo, realizzate dal 1962 al 1998, alcune già esposte nell’antologica dell’aprile scorso nella sede parigina della Tornabuoni Arte.

Un capitolo a parte è rappresentato dalla Pop Art italiana, celebrata in una mostra prima nella galleria a Parigi e poi a Londra, movimento che sta interessando sia la critica che il mercato. Qui alla Tornabuoni di Firenze è rappresentato dai suoi esponenti più significativi: Franco Angeli, Mario Schifano, Sergio Lombardo,Tano Festa e Cesare Tacchi con tre opere piuttosto uniche, come Per i Beatles del 1965, anno chiave della sua parabola artistica.
Ampio spazio hanno anche i protagonisti dell’Arte Povera come Giulio Paolini con Ebla, smalto e collage del 1976, Mario Ceroli e Michelangelo Pistoletto. Ben otto sono i capolavori di Alighiero Boetti, tra cui: ‘Aerei, un trittico a biro rossa’ del 1984; ‘La metà e il doppio’ del 1976, e due grandi mappe, una del 1983 e l’altra del 1980-91.
Chiude la densa carrellata di artisti, Emilio Isgrò con cinque opere realizzate dal 1972 al 2012. Isgrò ha appena inaugurato, il 14 ottobre, una sua personale nello spazio di Milano di Tornabuoni Arte, che fa seguito alla grande antologica allestita a Palazzo Reale, al Caveau delle Gallerie d’Italia e alla Casa del Manzoni.

 

Foto: Emilio Isgrò, Dichiaro di non essere Pietro, 2012 (sx)
         Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese, 1967 (ds)

 

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