La mostra, dedicata a Giovanni Testori, prende spunto dalla presenza nella collezione del Castello Gamba di una piccola ma importante opera del pittore e critico d’arte, oltre che uno dei più rilevanti intellettuali del Novecento.
di redazione
Aosta – Impegnato su diversi fronti, dalla critica d’arte al teatro, dalla narrativa alla pittura, Giovanni Testori (1923-1993) in montagna aveva riscoperto la sua passione per la pittura. Gli scenari montuosi infatti sono soggetto di molti suoi dipinti. In particolare, la serie di disegni e acquerelli che ha eseguito dalla fine degli anni Sessanta, durante l’estate trascorsa a Gressoney e nelle Alpi svizzere.
Si tratta di un nucleo molto privato, che Giovanni Testori ha voluto tenere per sé e per la sua famiglia, che ora per la prima volta viene presentato al pubblico in un suggestivo allestimento nella torre del Castello Gamba di Châtillon.

Proprio quest’oggi, 11 luglio, viene inaugurata la mostra, che rientra nella nuova stagione espositiva del Castello, e dal titolo “Altissimi colori. La montagna dipinta: Giovanni Testori e i suoi artisti, da Courbet a Guttuso”. Realizzata dall’assessorato al turismo, sport, commercio, agricoltura e beni culturali della Valle d’Aosta, in collaborazione con Casa Testori, sarà visitabile dal 12 luglio al 29 settembre 2019.
La mostra prende spunto dalla presenza nella collezione del Castello Gamba di una piccola ma importante opera di Giovanni Testori.
Con l’intento di indagare il rapporto di Testori con la montagna, soggetto privilegiato anche di molti altri artisti, l’esposizione rappresenta un’occasione di scoperta. Un viaggio attraverso le opere di cui amava circondarsi, a partire da un episodio chiave della sua vita: il suo primo articolo, pubblicato a soli 17 anni, uno studio preparatorio su un quadro di montagna, Alpe di maggio (1891) di Giovanni Segantini.
La mostra si apre proprio con uno degli artisti più amati da Testori: Gustave Courbet, pittore rivoluzionario di cui vengono presentati due importanti dipinti per poi passare a Willy Varlin, geniale artista zurighese che scelse di andare a vivere tra le montagne della Val Bondasca; Renato Guttuso, un siciliano che, stregato dalla vista del Rosa, scelse di fare della casa di Velate, a Varese, uno studio dove realizzare molte delle sue opere più celebri; Paolo Vallorz, trentino che, pur emigrando a Parigi, è sempre rimasto legato alla sua val di Sole e Bernd Zimmer, pittore tedesco vivente, “scoperto” da Giovanni Testori e autore di quadri con montagne infiammate e visionarie.
La rassegna sarà anche l’occasione per presentare un ciclo di fotografie del celebre Pepi Merisio, scattate negli anni Settanta, durante la processione notturna che da Fontainemore portava al santuario di Oropa. Foto che Testori amava per la loro intensità e per la testimonianza di una civiltà montana legata alla propria tradizione.
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