di redazione
Trento, martedì 31 maggio 2016 –
Dopo il grande successo a Madrid “I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo” approda nella nostra Penisola.
La grande mostra, a cura di Beatrice Avanzi, Daniela Ferrari e Fernando Mazzocca, in coproduzione con la Fundación MAPFRE di Madrid, sarà allestita dal 25 giugno al 9 ottobre negli spazi del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (Mart).
L’interessante esposizione costituisce un’altra iniziativa a carattere internazionale che ha come intenti anche quello di valorizzare il patrimonio artistico italiano ed estero. Riunisce i capolavori di maestri quali Segantini, Pellizza da Volpedo, Morbelli, e poi ancora Boccioni, Balla, Carrà, Severini. Artisti che, pur essendo i maggiori rappresentanti di diverse correnti artistiche, avevano come filo conduttore la “pittura della luce”, fiorita in Italia tra la fine dell’800 e il ‘900. Saranno esposte oltre 80 opere provenienti dalle collezioni del museo trentino e dalle maggiori raccolte pubbliche e private, selezionate per illustrare la forza espressiva dei vari movimenti, che dal Divisionismo al Futurismo diedero rinnovo e vivacità al panorama artistico nazionale, contribuendo allo sviluppo delle Avanguardie in tutto il mondo.
I dipinti scelti per l’esposizione documentano quel rivoluzionario rinnovamento stilistico che ha preparato il terreno alle svolte artistiche del XX secolo.
Il Divisionismo si afferma nel 1891 alla Triennale di Brera, con la prima uscita “pubblica” di un gruppo di giovani pittori: Segantini, Pellizza da Volpedo, Morbelli, Longoni, sostenuti da Vittore Grubicy de Dragon. A partire da una rivoluzione visiva derivante dalle scoperte scientifiche sulla scomposizione del colore e incentrata sul potere espressivo della luce, cambiano anche i soggetti dipinti, tesi verso una modernità nei temi raffigurati che spaziano dai contenuti sociali, in un’Italia da poco unita ancora in cerca di una propria identità culturale, a soggetti più lirici legati alla tendenza internazionale del Simbolismo.
Sulla forza rivoluzionaria di questa nuova poetica e sulle sue basi tecniche nasce, all’inizio del ‘900, il Futurismo, movimento d’avanguardia ideato dal poeta Filippo Tommaso Marinetti, che irrompe sulla scena artistica nel 1910 con il Manifesto dei pittori Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e Severini. La scomposizione della luce divisionista associata a quella della forma e a una vocazione alla rappresentazione del movimento e della velocità della vita moderna, capisaldi della poetica futurista, proiettano l’arte italiana nel cuore del coevo dibattito artistico europeo. È in questo confronto tra due generazioni che si definisce la nascita della pittura moderna in Italia.
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