“L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia” è costituita da circa 109 opere che spaziano dall’archeologia all’arte del ‘900
di redazione
ROMA – L’arte di salvare l’arte è ormai da mezzo secolo prerogativa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – TPC, di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dall’istituzione. Per l’occasione e per rendere omaggio a uno dei reparti più prestigiosi dell’Arma, pochi giorni fa, è stata inaugurata una importante mostra ospitata a Palazzo del Quirinale.
L’esposizione, dal titolo “L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia“, visitabile fino al 14 luglio 2019, è costituita da circa 109 opere che spaziano dall’archeologia all’arte del ‘900. Quindi da dipinti, reperti archeologici, sculture, manoscritti, ecc, trafugati e poi recuperati.

Tra questi, la prima opera riportata a casa nel 1969 (anno della fondazione del reparto), ovvero il dittico raffigurante l’Annunciazione attribuito a Lorenzo Monaco. E poi anche la Lettera di Cristoforo Colombo del 1493, il trapezophoros della fine del IV secolo a.C., Il giardiniere di Van Gogh. Ma anche Le Cabanon de Jourdan di Paul Cézanne e la Visione di San Gregorio taumaturgo del Guercino del 1630. Fino agli ultimi capolavori ritrovati, come il bassorilievo della Madonna col Bambino di Andrea Della Robbia, recuperato ad aprile.
Quella a Palazzo del Quirinale dunque è una mostra che vuole mettere in evidenzia anche il delicato lavoro investigativo nel mercato nero dell’arte.
Un lavoro che ha avuto inizio il 3 maggio del 1969 e che vede impegnati 300 agenti, divisi in 15 nuclei, al servizio delle bellezze storico, artistiche e culturali del nostro Paese. Grazie agli uomini del reparto Tpc, ad oggi sono stati recuperati quasi 2 milioni di opere sottratte a giri illegali.
Il percorso espositivo, curato da Francesco Buranelli, si articola in cinque sezioni tematiche in cui vengono messi in risalto i ritrovamenti di tutti questi anni. L’esposizione apre infatti con una grande sala in cui sono allestite insieme opere e manufatti di epoche diverse. Ogni oggetto è accompagnato dall’indicazione della data del furto e di quella del ritrovamento. Ma presenta anche informazioni sui luoghi e le modalità del recupero, a testimonianza dell’interminabile lavoro di recupero in varie parti del mondo.
Particolare l’ultima sezione che volge lo sguardo verso quelle tante opere che mancano all’appello: capolavori ancora dispersi come la Natività di Caravaggio sottratta a Palermo e il Bambinello dell’Ara Coeli di Roma. E su cui l’attenzione del Nucleo Tpc dei Carabinieri rimane altissima.
*In alto: Il comandante del Nucleo Carabinieri Tpc,
Fabrizio Parrulli, posa davanti al dipinto
“Madonna col Bambino benedicente e due angeli”
di Piero della Francesca.
Foto Ansa/Claudio Peri
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