Diverse Solitudini è la mostra dedicata ai fotografi Giuseppe ed Emanuele Cavalli, per la prima volta esposti insieme con foto in parte inedite
ANCONA – Da anni il Comune di Senigallia organizzando mostre temporanee e permanenti dimostra di voler affermare il suo ruolo di Città della Fotografia.
E lo riafferma dedicando una mostra antologica a Giuseppe Cavalli, che proprio a Senigallia visse per oltre vent’anni, e al gemello Emanuele, noto ai più come pittore, ma anche fotografo di grande qualità.
Con la mostra fotografica Diverse solitudini, che prende il via oggi, 3 maggio, e visitabile (secondo le misure di sicurezza) fino al 20 giugno 2021 a Palazzo del Duca, per la prima volta gli scatti dei fratelli Cavalli sono esposti nello stesso contesto.
Il 2021 segna poi l’anniversario della scomparsa di entrambi questi due artisti del Novecento: nel 1961 muore a Senigallia Giuseppe e nel 1981 scompare a Firenze Emanuele. I due anniversari costituiscono un momento ideale per riportare l’attenzione su di loro e far nascere riflessioni e nuovi spunti di indagine artistica.

La mostra
La mostra, a cura di Angela Madesani, presenta una sessantina di opere fotografiche di Giuseppe e una quindicina di Emanuele. La scelta di foto è in parte inedita.
Si tratta, infatti, di materiali provenienti dall’Archivio Giuseppe Cavalli, prima con sede a Roma e oggi a Lucera, ed è una piccola antologica in cui ci sono nudi, nature morte, paesaggi e ritratti perfettamente in sintonia tra loro.
“Il soggetto costante di Giuseppe Cavalli è la luce o per meglio dire, la luminosità per se stessa” – afferma la curatrice Angela Madesani. “I suoi lavori e queste 50 immagini in mostra ne sono evidente testimonianza, parlano dell’esistenza in senso ampio. Sono immagini di lentezza, che meritano lunghi, dilatati tempi di osservazione”.
Anche le immagini di Emanuele Cavalli sono perlopiù inedite. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere questa parte della sua produzione. Nelle sue opere si notano le influenze della fotografia americana degli anni Trenta, il rigore del Bauhaus e la pittura Cézanne.

“Il lavoro di entrambi è poetico, lirico, senza essere mai sdolcinato o pretestuoso” – continua Angela Madesani. “I due fratelli sono stati dei grandissimi, ognuno con le proprie inclinazioni, le proprie specificità, i propri esiti e la mostra non vuole essere una gara fra loro, ma la dimostrazione dell’importanza dei due cammini, paralleli, talvolta tangenti, entrambi fondamentali all’interno del panorama dell’arte italiana”.
Immagine d’apertura: Giuseppe Cavalli, particolare di Solitario, 1948 (?), Collezione Famiglia Bonori © Eredi Giuseppe Cavalli
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