Arte

Earth Day: a Roma 40 artisti a confronto sul rapporto uomo/natura

In occasione della Giornata mondiale della Terra (Earth Day) al Museo delle Mura di Roma la grande mostra che riflette sul rapporto Uomo/ Natura


 

ROMA – Oggi, 22 aprile, è la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) e la Museo delle Mura di Roma alle ore 17.00 si inaugura la rassegna di arte contemporanea “Ghê Gaia Terra | Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente”.
La grande mostra, a cura di Antonietta Campilongo, visitabile fino al 22 maggio 2022, torna dopo il successo di novembre 2021, con nuove opere pittoriche e scultoree di 29 artisti e con video e performance firmate da 11 creativi.
L’obiettivo, però, non cambia: l’invito è riflettere tramite l’arte e le arti, sul futuro del pianeta e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto tra Uomo e Natura. Visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 14. Ingresso libero.

La mostra

Ghê Gaia Terra è una mostra di racconti e di atmosfere, di rimandi e di sensazioni, che volge lo sguardo all’universo ecologico.
La scelta di intervenire nel dibattito di sensibilizzazione sui temi dell’inquinamento viene proprio dall’attualità, con la convinzione che un’azione artistica possa contribuire ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza di questa emergenza globale.
Si arriva così ad indagare una dimensione concreta che si illumina di aspetti antropologici e sociologici, urgenti per l’umanità e per l’universalità.
L’obiettivo della rassegna è quello di avvalersi dell’arte come tramite per lanciare messaggi “green”, di amore e rispetto, in particolare sul rapporto uomo-ambiente.

Gli artisti

Saranno in mostra i seguenti artisti: Alessandro Angeletti, Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi, Francesco Bonifazi, Massimo Campi, Antonella Catini, Antonio Ceccarelli, Silvano Corno, Paola De Santis, Alexander Luigi Di Meglio, Lean (Andrea Leonardi), Luciano Lombardi, Valentina Lo Faro, Eleonora Lucchini, Maria Carla Mancinelli, Lucia Nicolai, Giorgio Ortona, Veronika Palkovics, Adriana Pignataro, Loredana Raciti, Consuelo Rodriguez, Loredana Salzano, Stefania Scala, Andrea Sterpa, Carlo Tirelli, Anna Tonelli, Valter Vari, Klara Varhelyi, Tommaso Vitale.
Artisti Special Guest: Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi e Anna Tonelli. Performance: artisti&innocenti, letizia Girolami, Letizia leone, Loredana Raciti e Maria Luisa Sales.
Video: Daniele Conca, Lara Ferrara, Maria Korporal. 

 

 Rossana Bartolozzi, Laccio bollente, mostra Ghê Gaia Terra © Museo delle Mura 

 

Il Tardigrado

E’ il tardigrado (phylum di invertebrati protostomi celomati) l’enigmatico simbolo della manifestazione. Il messaggio è forte: questi organismi, infatti, potrebbero essere gli unici a sopravvivere sulla Terra, se non invertiamo la tendenza all’inquinamento e al consumo sfrenato, al riscaldamento e all’incuria quotidiana.
Noti come “orsi d’acqua”, questi invertebrati a otto zampe possono sopravvivere fino a trenta anni senza cibo o acqua e possono resistere a temperature estreme. Ma sono anche resistenti ad alti livelli di radiazioni, alla mancanza di ossigeno e alla resistenza al vuoto dello spazio. La domanda è tragica, ma necessaria: rimarranno solo loro?

Il “Grido di dolore”

“C’è un grido di dolore, un grido di aiuto, un urlo di disperazione, che viene dalla nostra Gaia Terra o Ghê, come la chiamavano gli antichi greci” – spiega Alice Straffi nel suo testo critico. “Sempre di più, in seguito allo sviluppo industriale, ha portato una crescita enorme dell’uso di risorse non rinnovabili, dello sfruttamento del territorio, della produzione di rifiuti, nella creazione di sostanze di sintesi non riciclabili dai processi naturali L’uomo diventa così uno dei principali responsabili delle alterazioni all’ambiente. Il mondo dell’arte, che sempre registra e spesso anticipa le tendenze estetiche e culturali, ha dedicato grande attenzione al mondo della natura, mostrando creatività, curiosità e grande capacità propositiva”.

 

Immagine d’apertura: particolare dell’opera di Antonella Catini, Verde abusivo, mostra “Ghê Gaia Terra” © Museo delle Mura


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