Arte

Edward Hopper: in mostra acquerelli e paesaggi degli anni ’50 e ’60

Hopper2 second story sunlight

Da domani gli acquerelli parigini, i paesaggi e gli scorci cittadini degli anni ‘50 e ’60 di Edward Hopper saranno al centro della mostra a Palazzo Fava 

 

di redazione

BOLOGNA – Dagli inconfondibili acquerelli parigini ai paesaggi, agli scorci cittadini degli anni ‘50 e ’60. Palazzo Fava da domani 25 marzo fino al 24 luglio dedica una mostra a uno dei più popolari artisti americani del Novecento: Edward Hopper (1882-1967). Prodotta e organizzata da Fondazione Carisbo, Genus Bononiae. Musei nella Città e Arthemisia Group, in collaborazione con il Comune di Bologna e il Whitney Museum of American Art di New York. La rassegna attraverso più di 60 opere copre un ampio arco temporale della produzione di Hopper. L’esposizione è curata da Barbara Haskell, responsabile dei dipinti e sculture al Whitney Museum of American Art, in collaborazione con Luca Beatrice.
Il Whitney Museum, ha ospitato varie mostre dell’artista, dalla prima nel 1920 al Whitney Studio Club a quelle memorabili del 1960, 1964 e 1980. Infine, grazie al lascito della moglie del pittore Josephine nel 1968, il museo ospita l’eredità intera dell’artista, ovvero oltre 3.000 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
Di indole schiva e taciturna, alcuni lo ritengono un narratore di storie altri invece lo considerano l’unico che ha saputo fermare l’attimo, cristallizzato nel tempo, di un panorama o di una persona. Hopper Hopper South Carolina Morning1spiegava con una semplice e sbrigativa frase la sua poetica: “Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere”. Di poche parole, l’artista esprimeva molto di se nei suo amati orizzonti e con i suoi dipinti dalla luce chiare del suo studio. Ma raccontava molto del suo forte sentimento nei confronti di Parigi. L’esperienza nella Ville Lumière lasciano in lui un segno indelebile, ammirata dopo tre viaggi in Europa agli inizi del ‘900. Ammirazione che durò anche dopo essersi stabilito definitivamente a New York dal 1913.
Nella bella cornice di Palazzo Fava da domani quindi si potranno ammirare diversi dipinti dell’artista americano. Dagli acquerelli parigini ai paesaggi ,agli scorci cittadini degli anni ‘50 e ’60. Tra questi anche i celebri capolavori come South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960). Ma anche, New York Interior (1921), Le Bistro or The Wine Shop (1909), Summer Interior (1909). Tra questi pure interessantissimi studi (come lo studio per Girlie Show del 1941) che celebrano la mano di Hopper, superbo disegnatore. La mostra dunque è un percorso che esalta, attraversa la sua produzione, tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

 

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