La mostra dedicata a Escher è approdata a Treviso portando il fascino della costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi.
di redazione
TREVISO – Pensare di fare una capatina a Treviso un bel weekend per immergersi nel mondo geometrico e infinito di Escher, potrebbe essere una buona idea.
Dopo il grande successo a Roma e Bologna, la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher è approdata nel Complesso di Santa Caterina a Treviso. Porta con se tutto il fascino e il coinvolgimento del razionale e irrazionale. Le originali costruzioni impossibili, le esplorazioni infinite, i giochi di specchi e le geometrie paradossali. Tutte figure rappresentate nei suoi capolavori più noti: Mano con sfera riflettente, Metamorfosi II e Casa di scale (relatività). La mostra, visitabile fino al 3 aprile, è a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea. E’ realizzata con il patrocinio del Comune di Treviso, è prodotta e organizzata da Arthemisia Group grazie alla collaborazione con la M.C. Escher Foundation.
Il percorso espositivo si addentra nelle esperienze formative, artistiche e intellettuali dell’artista olandese. Si inizia dalle rare opere di Jessurum de Mesquita e si arriva ai disegni e alle incisioni del lungo periodo italiano, con particolare riferimento al soggiorno romano. Qui Escher ha vissuto con la moglie Jetta e i suoi primi due figli nati in Italia.
Esposte le prime opere a carattere geometrico, di cui alcune nate con intento quasi didattico di spiegare i metodi di tassellazione e la derivazione dai mosaici dell’Alhambra. Capolavori oggi noti a tutti gli appassionati, ma anche opere rare a vedersi. L’insieme in sostanza del meraviglioso mondo dell’artista, che più di ogni altro ha trasformato l’ambiguità visiva in ambiguità di significato. Seduce e incanta con i disegni e litografie che con il passare del tempo sono entrati nell’immaginario quotidiano e collettivo.
Nella prima categoria della mostra appartengono la celebre Mano con sfera riflettente, realizzata proprio nello studio della palazzina di via Poerio a Roma. Qui Escher progetta anche la decorazione pavimentale di cui è possibile ammirare quattro mattonelle originali.
Non può mancare Metamorfosi II, una delle più lunghe incisioni mai realizzate. Un capriccio intellettuale, dove una forma finisce per trasformarsi nell’altra. Una rincorsa circolare che, partendo dalla parola «metamorfosi», con questa stessa si conclude. In mezzo, stanno le figure tipiche del mondo di Escher: dalle lucertole alle rane, dalle api alle colombe, fino alla veduta della cattedrale di Atrani. Alla seconda categoria invece appartengono opere meno note al grande pubblico. Quali gli ex-libris, i biglietti da visita o quelli di auguri per l’anno nuovo. Commissionati da ammiratori o collezionisti, che contengono lo stesso grado di genialità che caratterizza i suoi grandi capolavori.
© Riproduzione riservata
Comment here