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Furto a Verona di 17 opere: indagini serrate

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Procedono incessanti le attività degli investigatori. Vi sarebbero già alcune piste da seguire, ma nessuno si sbilancia sullo stato attuale delle indagini.

 

di redazione

VERONA – Lavorano nel più stretto riserbo gli investigatori di polizia e carabinieri nel dare la caccia ai tre banditi autori del furto clamoroso al Museo Civico di Castelvecchio. Giovedì sera sono riusciti a portar via 17 capolavori (non 15 come si era detto), tra cui opere di Rubens, Tintoretto, Mantegna e Bellini.
Vi sarebbero già alcune piste, ma nessuno si sbilancia sul punto delle indagini. Le quali si avvalgono delle testimonianze della cassiera del museo e della guardia giurata, presi in ostaggio dai tre malviventi armati. In più stanno mettendo al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza.
Nei video si vedono i tre banditi, vestiti di nero e travisati, agire nelle sale ma non si sentono mai le loro voci. Una scelta forse per evitare che il tono e la lingua parlata potessero indirizzare le indagini verso soggetti italiani o stranieri. Ma sono ancora molte le cose da chiarire sulla dinamica della rapina.
Si ritiene che la banda abbia agito indisturbata nel museo per almeno un’ora e 10 minuti, tempo che gli ha consentito di razziare ben 17 dipinti. E si sa inoltre che la cassiera, legata e imbavagliata, è riuscita a liberarsi da sola. Ma l’alone di mistero si concentra sul sistema d’allarme: il dispositivo non era in funzione al momento dell’irruzione. In genere viene innestato alle ore 20, ma il protocollo prevede che, se per vari motivi, alle 20.10 non è ancora acceso, scatta una segnalazione alla centrale operativa. Cosa questa che non sarebbe mai avvenuta. (fonte ansa).

 

 

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