Arte

Genovesino e l’arte del Seicento in mostra a Cremona

L’esposizione monografica  mai realizzata finora su Genovesino e l’arte del Seicento al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, ricolloca il pittore nel posto di eccellenza che merita

 


 

CREMONA – Nell’ambito delle celebrazione per i 450 anni dalla nascita del grande compositore Claudio Monteverdi, Cremona continua a presentare una serie di iniziative che puntano a riscoprire la sua storia e altri artisti del passato che le hanno dato lustro. Tra gli eventi spicca in particolare la mostra dedicata a Luigi Miradori (1605–1656) detto il Genovesino, che da Genova si è trasferito a Cremona.

 

L’esposizione monografica, mai realizzata fino ad ora, dal titolo “Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona”, è allestita al Museo Civico Ala Ponzone dove è possibile visitarla fino al 6 gennaio 2018. Con questa mostra Genovesino viene ricollocato nel posto di eccellenza che merita, sia per essere indiscusso protagonista della scena artistica seicentesca cremonese sia per essere uno degli esponenti di spicco della pittura dell’Italia settentrionale.

 

Esposte oltre 50 opere, in alcuni casi restaurate per l’occasione, provenienti dalle chiese del territorio lombardo al pari di importanti musei italiani – tra cui Milano, Roma, Genova, Parma, Piacenza – e da prestigiose collezioni private italiane ed estere.
Una varietà di provenienze che riflette la tipologia di committenze per le quali il Genovesino lavora nel corso della sua lunga carriera artistica con un’eterogeneità di stili e temi.

 

L’artista, mosso da una curiosità che lo porta a captare suggestioni non solo figurative ma anche letterarie, religiose e musicali (fu un apprezzato suonatore di “colascione”), dà prova di uno sperimentalismo sempre sospeso fra possibilità diverse, come a tentare di rincorrere con la pittura l’estro irrequieto che ne marca l’esistenza. 

 

La mostra 

La mostra si apre con la misteriosa Suonatrice di Liuto (Genova, Palazzo Bianco) e si snoda attraverso magnifici dipinti di argomento religioso. Tra questi la Nascita della Vergine ( Museo Civico Ala Ponzione), l’Adorazione dei Magi (Parma, Galleria Nazionale), la Sacra Famiglia (Piacenza, Istituto Gazzola), Lot e le figlie (Roma, BNL Gruppo BNP Paribas) e Ultima cena (collezione privata) quest’ultima inedita e mai esposta al pubblico come altre nove opere. Presenti anche il capolavoro il Riposo nella fuga in Egitto (Cremona, Chiesa di Sant’Imerio). 

 

La rassegna continua tra le suggestive immagini realizzate dal Genovesino per il collezionismo privato come le numerose allegorie della Vanitas, accomunate dalla raffigurazione di un putto addormentato accanto a teschi e altri simboli del passare del tempo: il tema della caducità umana e della mortalità infantile, alimentato dai ricordi della epidemia di peste, è costante nella sua opera.

 

L’itinerario espositivo è completato da un nucleo di ritratti, tra cui il Ritratto di Sigismondo Ponzone con il cane, il magnifico Ritratto Trivulzio, proveniente da New York e considerato disperso dal 1932, e il Ritratto di monaco della famiglia Pueroni (collezione privata). Grazie ad un accordo tra i Comuni di Cremona e Mantova, in mostra è presente anche lo splendido Ritratto di gentiluomo, capolavoro della ritrattistica lombarda della metà del Seicento conservato al Museo del Palazzo D’Arco di Mantova.

 

Altre opere straordinarie del Genovesino possono infine essere ammirate in chiese e palazzi a Cremona, come la vasta tela con la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, eseguita nel 1647 per il presbiterio della Chiesa di San Francesco e oggi nel Salone dei quadri del Palazzo Comunale, dove l’artista esalta l’attualità del racconto evangelico riversandolo in un contesto familiare così da favorire l’identificazione del pubblico e alimentarne la fiducia nella provvidenza celeste. 

 

Immagine d’apertura: Genovesino, Santa Cecilia con due angeli musicanti (e un serafino?), Museo di Zurigo

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