Arte

Henry Moore tra astrazione e natura nelle antichità delle Terme di Diocleziano

Una complessa raccolta di opere per raccontare il percorso creativo di uno dei protagonisti indiscussi dell’arte del XX secolo.

 

di redazione

ROMA – E’ in corso già da qualche settimana, l’importante rassegna dedicata al grande scultore inglese Henry Moore (1898-1986), che torna in Italia dopo vent’anni dall’ultima mostra. In mostra, fino al 10 gennaio 2016, ben 77 opere tra disegni, grafiche, acquarelli, stampe e soprattutto sculture di piccole e grandi dimensioni, allestite presso le Grandi Aule delle Terme di Diocleziano. Una complessa raccolta di opere che raccontano il percorso creativo di uno dei protagonisti indiscussi dell’arte del XX secolo. Tra i più importanti scultori del Novecento per l’abilità tecnica e l’inventiva con cui ha saputo coniugare l’astrattismo e la ricerca sulla figura umana.
Diceva infatti Moore: “La scultura è come un viaggio. Hai differenti visioni ad ogni ritorno. Il mondo tridimensionale è pieno di sorprese, in un modo in cui quello bidimensionale non potrebbe mai essere”. Le sculture in mostra, anche di dimensioni monumentali, entrano perfettamente in dialogo con gli spazi scenografici delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano. In perfetta simbiosi con l’arte classica esposta al Museo Nazionale Romano. Le opere di Moore quindi consentono di ripercorrere il forte legame che l’artista instaurò con il nostro Paese dalla sua prima visita nel 1925. Consolidata poi con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1948, fino al suo amore per la Toscana.

 Henry Moore mostra Terme di Diocleziano

La mostra, curata da Chris Stephens e Davide Colombo – e promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma, in collaborazione con Tate e con Electa – è articolata in 5 aree tematiche che presentano l’intero percorso creativo di Henry Moore. Si inizia dall’Esplorazione del moderno che mostra il precoce sviluppo dello scultore quale erede del primitivismo di artisti come Jacob Epstein e Constantin Brancusi, fino al raggiungimento di una crescente astrazione della figura. Si passa poi alla sezione Guerra e Pace che si focalizza sulla rappresentazione della sofferenza nel periodo bellico e sul suo crescente ruolo pubblico dopo la seconda guerra mondiale. A seguire l’area tematica Madre e figlio, uno dei suoi più famosi soggetti, quasi un’ossessione, presente lungo tutto l’arco della sua carriera con immagini di amore materno e protezione. Nella quarta sezione il tema Figura distesa, motivo chiave delle sculture con cui Moore ha esplorato le possibilità formali della figura femminile, resa quasi astratta, in un continuo confronto col paesaggio. Chiude il percorso tematico la sezione Scultura negli spazi pubblici, che comprende opere relative ad alcune delle commissioni pubbliche che lo resero una celebrità internazionale. Sculture che cercano un dialogo con lo spazio ambientale tendendo alla monumentalità.
Sessantaquattro delle opere in mostra provengono dalla Tate, che possiede una delle collezioni più ricche e rappresentative al mondo di opere di Henry Moore, selezionate e donate dallo stesso artista. Altre sono prestiti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.

 

Immagini: allestimento mostra Henry Moore.
Foto da www.ilquorum.it – www.quellpartners.it

 

 

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