Il poliedrico artista Claudio Di Carlo inaugura il 5 settembre la mostra “I pasticcini li porto io” ospitata alla Galleria Minima di Roma
ROMA – I pasticcini li porto io è il titolo originale della mostra dell’artista Claudio Di Carlo. A cura di Francesca Perti, la personale sarà inaugurata il 5 settembre, alle ore 18, presso la Galleria Minima arte contemporanea di Mario Tosto.
La mostra/installazione (Mixed Media), visitabile fino al 26 settembre, è costruita come una quadreria ottocentesca.
Da pittore qual è, Di Carlo coglie un’infinitesima porzione di tempo e spazio nella storia, ma la fissa su un supporto industriale come i vassoi da dolci, in uno spiazzante incontro tra tradizione pittorica occidentale e contemporaneità, tra alto e basso, passato e attualità, arte e produzione di massa.
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Il vassoio stesso ha una sua cornice che ci riporta al quadro, ma dentro di esso Di Carlo fa esplodere le sue immagini del mondo, del suo e del nostro, un mondo che non accetta di essere “incorniciato”, “inquadrato” o “codificato”.
“Queste opere – spiega l’artista – sono di un sopravvissuto che, per quanto possibile, vuole offrirle in senso gioioso, in un simbolico incontro di riconciliazione con l’ambiente e il mondo ormai cambiato attraverso il linguaggio”.

“Claudio Di Carlo si incarna nell’aria del mondo, ne coglie le contraddizioni e le discrasie, ma anche le combustioni felici e i piccoli incendi che illuminano l’anima. Da sempre la sua ricerca lo porta a mescolare musica, cinema e letteratura con le immagini e le suggestioni della vita reale. La sua opera affronta i temi più spinosi dell’attualità, la complessità del mondo contemporaneo e l’evoluzione del suo linguaggio. Interessato ai problemi legati alle questioni di genere, al razzismo e alle migrazioni, il suo sguardo mai banale è uno sguardo che cura, che porta a riflettere su soluzioni più rischiose, a buttare via le copie e a dedicarci ad atti unici”.
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Pittore, produttore, art director, Claudio Di Carlo vive e lavora tra Amburgo, Pescara e Roma. Il suo essere un artista di natura poliedrica inizia a Pescara negli anni ’70. Le sue linee guida sono arte, politica e poetica. Suo punto di riferimento artistico, la galleria “Convergenze” a Pescara diretta da Peppino D’Emilio. Claudio Di Carlo ha sempre posto il proprio sguardo sulle forme dello sconfinamento. E’ un artista proteiforme che ha attraversato la pluralità delle esperienze contro culturali e artistiche degli anni Settanta e Ottanta. Cresciuto nell’humus dell’anarchismo etico- politico, si è occupato di musica underground e di teatro di ricerca. Il suo è un crescente sentimento di vocazioni plurime – quasi l’immagine di un io che si fa moltitudine – significativamente sconnesse ai vincoli autoritari o mediatori con cui la nostra società regolamenta la propria eccitazione e repressione.
La sua è una pittura postmoderna, riattualizza nelle tecniche di costruzione delle immagini e nei temi, ma è pur sempre “pittura pittura” realizzata nel lento costruire, fare e disfare delle forme, dei toni, dei timbri e delle luci. Pensata per l’occhio.
(Fonte notizia: comunicato stampa)
Immagine d’apertura: Claudio Di Carlo, “59” 2020 –Mixed Media
Ph Galleria Minima arte contemporanea
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