A Palazzo Roncale di Rovigo la mostra che Quando Gigli, la Callas e Pavarotti…I Teatri Storici del Polesine, che illustra l’importanza di tenere in vita un patrimonio unico come i teatri
ROVIGO – E’ la storia di una viva passione da parte di un territorio, il Polesine, verso il teatro e il bel canto, quella raccontata nella mostra “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti… I Teatri Storici del Polesine”. Allestita a Palazzo Roncale di Rovigo sarà inaugurata oggi, alle ore 18, in modalità digitale e visibile sulla pagina Facebook di Palazzo Roverella/Palazzo Roncale.
A cura di Maria Ida Biggi con Alessia Vedova, da un progetto di Sergio Campagnolo, sarà fruibile in presenza fino al 4 luglio 2021 appena la regione Veneto diventerà di colore giallo. Le immagini sono realizzate dal fotografo Giovanni Hänninen mentre i video girati da Alberto Amoretti.
La mostra percorre l’ammirevole passione degli abitanti del Polesine verso i teatri. Tra Otto e Novecento ne erano attivi almeno una cinquantina, tutti o quasi dedicati alla musica e al bel canto.
Per realizzarli e tenerli in attività molti cittadini si autotassarono, motivo per cui i teatri furono chiamati Teatri Sociali. Poi, purtroppo, sono subentrate difficoltà finanziarie e l’avvento del cinema ha segnato la loro decadenza. Di questo patrimonio sopravvivono oggi solo sette teatri, che la mostra documenta attraverso libretti d’opera, fotografie, filmati, scenografie e costumi.
In passato i pochi denari e la molta competenza hanno spinto i gestori a puntare su cantanti giovani ma di cui intuivano le potenzialità. Qui infatti debuttò Beniamino Gigli, cantò appena trentenne Luciano Pavarotti, e poi Antonio Cotogni, Maria Callas, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato, e Katia Ricciarelli, figlia di queste terre.
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