Il Toro cozzante della Sibaritide è giunto a Torino. Sarà esposto al Museo Egizio in occasione della mostra ‘Pompei e l’Egitto’.
di redazione
TORINO – Il Toro cozzante del Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide è giunto nei giorni scorsi a Torino. Sarà esposto al Museo Egizio in occasione della mostra ‘Pompei e l’Egitto’, che si terrà dal 1° marzo al 4 settembre 2016. Il reperto in bronzo raffigura un toro in atto di caricare, “cozzante” appunto. E’ il simbolo della colonia di Thurii, riprodotto come emblema sulle monete della città. Realizzato con tecniche a fusione e databile tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C. Presenta integrazioni di restauro che ne attestano l’utilizzo anche in età romana. La pregevole fattura artistica traspare dalla raffinata cura della resa dei dettagli anatomici. I quali esprimono la grande capacità del modellato degli artigiani dell’epoca. I restauri effettuati sul manufatto in epoca romana documentano una persistenza nella Sibaritide della koinè culturale greca. La quale sarà, per un lungo arco di tempo, tratto distintivo dell’intero territorio. Il bronzetto è stato rinvenuto in località Casa Bianca, nel Parco Archeologico di Sibari in Cassano allo Ionio (Cosenza). Nel corso della campagna di scavi del 2004, diretta da Emanuele Greco, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene.
La presenza del ‘Toro cozzante’ all’esposizione torinese pone al centro dell’attenzione il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, guidato da Adele Bonofiglio. Sancisce inoltre la bontà delle scelte del Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Tecce. Mirate alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e archeologico della nostra regione.
Toro cozzante di Sibari: rimane dell’intera scultura solo la parte anteriore di circa 28 cm. Il suo artefice con grande efficacia ha riprodotto l’impeto della carica in un movimento dinamico delle zampe. Ha raffigurato la forza attraverso le corna appuntite e le narici dilatate. Con accuratezza ha indicato tutti i particolari anatomici e realizzato la pelle in modo naturale, solcata da profonde pieghe conseguenti alla torsione della testa. Infine con grande raffinatezza ha reso il vello sulla fronte con morbide ciocche ondulate, indicando persino il pelame all’interno delle orecchie. L’immagine del toro era particolarmente diffusa a Sibari, in quanto appariva come effigie nelle monete. Simbolo di fertilità per la sua capacità riproduttiva.
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