Arte

In terra di Vulci. La scultura contemporanea dentro e fuori le mura

Dal 24 luglio prende il via la quarta edizione della mostra In terra di Vulci, che quest’anno si svolge in forma itinerante e in tre sedi diverse

 


 

VITERBO – Dal 24 luglio al 13 settembre 2020 si terrà la quarta edizione della mostra “In terra di Vulci. La scultura contemporanea dentro e fuori le mura”.
La mostra è a cura di Francesca Perti e il progetto espositivo di Mara van Wees. E’ organizzata dalla Fondazione VULCI, con il Comune di Montalto di Castro e con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica Belli Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale. 

L’edizione di quest’anno presenta una mostra itinerante che si svolge in tre sedi diverse.
Tre luoghi significativi del passato e del presente del territorio: che sono il sito archeologico di Vulci, il borgo medievale di Montalto di Castro il borgo agricolo di Pescia Romana.

Il sito archeologico di Vulci rappresenta la splendente civiltà etrusca e romana, il borgo medioevale di Montalto di Castro invece è il luogo dove, nei secoli bui e di brigantaggio spietato, la popolazione trovava sicurezza dentro le mura. Mentre il borgo agricolo di Pescia Romana è il simbolo della bonifica agraria e del riscatto economico e sociale che ne seguì.

Nove sono gli artisti che partecipano al progetto In Terra di Vulci: Pasquale Altieri, Paolo Buggiani, Tommaso Cascella, Massimo Di Giovanni, Eva Gerd, Carmine Leta, Samuele Vesuvio, Mara van Wees, Paul Wiedmer. Ciascuno di loro espone con il proprio specifico linguaggio e con un peculiare modo di interpretare i luoghi. Inoltre ciascun artista è stato selezionato e invitato in quanto legato alla Tuscia per residenza, ispirazione artistica o notorietà. In particolare si segnala la presenza e collaborazione degli artisti alla Serpara, giardino di sculture a Civitella d’Agliano (https://www.serpara.info).

La Domus del Criptoportico nel Parco di Vulci, fondale di grande suggestione, è il luogo ideale per ospitare un dialogo tra il tempo, la storia e i linguaggi dell’arte contemporanea. Nelle sue stanze a cielo aperto, ma ancora delimitate da muretti, Pasquale Altieri ferma l’attimo di una presenza del passato; Tommaso Cascella con la sua cupola Cielo dà copertura immaginaria alla domus, mentre Massimo Di Giovanni “abbandona” il suo grande Scudo come il guerriero in riposo della tomba di Francois. Eva Gerd con ossa di animali crea Impronte Spigolose, Carmine Leta con la sua Moebius disegna la skyline di Vulci, Mara van Wees propone Cosma, un mosaico contemporaneo composto da scarti di materiali edili.

Il Borgo di Montalto di Castro, centro storico tuttora vivacemente abitato, racconta i suoi secoli passati con viuzze, piazze, passaggi coperti, chiese e palazzi storici. Pasquale Altieri si trasferisce nei locali ex-Shell che trasforma in Museum alla porta del centro storico. Eva Gerd, tesse su una vecchia grata Confessioni Mute e, in un angolo tra le viuzze, appende Tree of Life-Sleeping Sprouts. Carmine Leta trova la felice sistemazione sul retro della chiesa di Santa Croce per la sua Genesi e fa svettare la sua Promessa nei cieli di Montalto da un belvedere. Samuele Vesuvio approda sui balconi della grande piazza Felice Guglielmi, una volta piazza d’armi per la difesa dell’abitato, facendo fuggire la sua Principessa dal balcone perché la vuole donna libera. Mara van Wees costruisce con dei prisma la Torre della Guardia e il suo File Rouge M segnala archi e passaggi coperti e porta alla wunderkammer dove la Casa Rossa si unisce al rosso del Palazzo Guglielmotti. Paul Wiedmer disegna con un filo viola la presenza di un ospite.

Il Borgo Nuovo di Pescia Romana invece è un esempio architettonico e artistico della bonifica agraria del dopoguerra, che ridisegnò territori e proprietà. La chiesa San Giuseppe Operaio è il nucleo centrale. Mara van Wees espone ai margini del grande piazzale i suoi Man at Work. Pasquale Altieri si ritira nei suoi wunderkammer dove crea una sorta di archivio immaginario. Paolo Buggiani, invece con i suoi Coccodrilli in latta, si confronta con quelli gonfiabili per il mare esposti nei negozi di fronte. Il Totem di Tommaso Cascella sovrasta chiunque e incute quasi inquietudine. Massimo Di Giovanni invece in questa terra agricola propone dei grandi bozzoli ma di tessuto non tessuto. Mentre la Seduzione di Carmine Leta, dal suo piedistallo, saluta all’uscita del borgo chi parte. Infine Le Farfalle gemelle bianche e nere di Mara van Wees riportano all’optical art e ridisegnano anche i marciapiedi messi a nuovo nel vecchio borgo.

Immagine d’apertura: Carmine Leta, Genesi (2018)
Info: http://vulci.it/parco-di-vulci/

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