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Istat: nel 2015 un italiano su 5 diserta musei e teatri e non legge

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Secondo l’Istat “nel 2015 musei e mostre sono stati disertati dal 68,3% di italiani” mentre “l’80% non è mai andato a teatro”.

 

di Antonella Furci

ROMA – Poco tempo fa il Ministero dei Beni e delle Attività culturali, attraverso le parole del ministro Dario Franceschini, annunciava l’aumento nel 2015 dell’affluenza ai musei. Questo grazie alle domeniche a ingresso gratuito. L’anno appena trascorso ha segnato infatti un record di visitatori negli enti museali. Lo confermano i dati Istat che registrano per l’anno appena trascorso un aumento della partecipazione culturale. In particolare delle visite nei musei, mostre, siti archeologici e monumenti con un 6,7 % in più di visitatori. Quasi 41 milioni di presenze. Tra le novità del 2015 c’è anche la ripresa del cinema con un aumento di spettatori dopo anni di incessante calo. Tuttavia sono soprattutto i giovani a usufruire dei luoghi della cultura, anche se non sono assidui frequentatori (cioè non più volte all’anno). Ma se i risultati sono positivi rispetto agli anni precedenti, è anche vero che a ‘guastare l’atmosfera’ ci pensano gli altri dati ISTAT. Non lasciano spazio a nessuna interpretazione. Pur essendo diminuito nel 2015 il numero degli italiani che non ha svolto alcuna attività culturale (18,5 %), non fanno di certo sorridere i dati che ci dicono che “nel 2015 musei e mostre sono stati disertati dal 68,3 % degli italiani. E dal 78,5 % dei residenti nelle regioni del Sud”. I siti archeologici e i monumenti sono stati del tutto ignorati dal 74,7 % degli italiani, che sono ancora più impopolari fra i residenti nelle regioni meridionali (81,4 %). La disaffezione per questi luoghi caratterizza il comportamento del 67 % dei cittadini di età compresa fra 25 e 64 anni.
La lista nera purtroppo continua. I concerti di musica classica sono esperienze mai vissute nel 2015 dall’ 88,3 % degli italiani. Mentre per gli altri concerti coloro che non hanno partecipato sono il 78,8 %. E ancora, quasi l’80% delle persone non è mai andato a teatro. Solo il 6,8 % si è recato sette e più volte, a differenza dell’81% degli spettatori che non ci è andato più di tre volte.
Neanche nel campo della lettura la situazione è rosea. il 45,5% ha letto massimo tre libri in un anno. Oltre il 50% legge almeno una volta a settimana un giornale. Se si continua con l’indagine, si notano le differenze tra nord e sud, ma più per minore numero di enti museali e culturali.  I dati si ribaltano invece in ambito cinema: al sud è andato il 50%, al nord il 48%.
Ma cos’è che spinge molti italiani a rimanere lontani dalle fonti di cultura? Per comprendere meglio questi dati è importante contestualizzarli alla situazione generale. La quale non è di certo rose e fiori dato che la crisi economica sembra non avere soluzioni imminenti. Non va sottovalutato inoltre il fatto che se c’è stato un aumento dei visitatori ai musei, c’è stato grazie al contributo delle domeniche a ingresso gratuito. Per quanto positivo, questo risultato non basta a indicare un generale benessere della popolazione. E di conseguenza una migliore condizione finanziaria degli enti culturali. Se da un lato questa alienazione potrebbe apparire come un disinteresse verso la cultura e il patrimonio artistico, dall’altro sarebbe opportuno valutare l’aspetto propriamente economico.
Questi dati potrebbero essere visti come indicatori di povertà, che diventerebbe, purtroppo, non solo economica anche culturale. E il tutto denuncerebbe un pericoloso ritorno al passato, quando fare cultura era prerogativa solo di chi se la poteva permettere.

 

 

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