di redazione
Milano, mercoledì 29 novembre 2017 –
Arte – «Ciò che inizia con l’opera di Caravaggio è molto semplicemente la pittura moderna», diceva André Berne-Joffroy. In effetti, Caravaggio, riscoperto e consacrato nel Novecento
grazie agli studi dello storico Roberto Longhi, ha esercitato una grande influenza negli artisti dell’epoca e in quella successiva. Pertanto, dal 1610 al 1640, può esistere una storia dell’arte in Italia senza Caravaggio? Soprattutto in un arco cronologico così legato all’eco delle sue recenti esperienze? A dare risposta e di conseguenza certezze è la mostra dal titolo “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri”, un viaggio nelle vicende artistiche tra Napoli, Genova e Milano nel periodo tra il 1610 e il 1640. Realizzata da Intesa Sanpaolo, in partnership con i Musei di Strada Nuova di Genova e in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, la mostra sarà visitabile da domani 30 novembre fino all’8 aprile 2018 alle Gallerie d’Italia di Milano. L’esposizione in realtà si presenta come una prosecuzione della mostra “Dentro Caravaggio”, in corso a Palazzo Reale fino al 28 gennaio 2018. Per l’occasione infatti lo straordinario dipinto “Martirio di sant’Orsola” di Caravaggio, capolavoro della collezione Intesa Sanpaolo, è stato spostato da Palazzo Reale, dove era esposto per la mostra, e per la quale aveva lasciato le sale di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli. Il prestito e il sostegno rappresentano un’importante conferma del rapporto di collaborazione sulla cultura instauratosi da tempo tra Intesa Sanpaolo e le istituzioni milanesi.
Il Martirio di Sant’Orsola è una straordinaria testimonianza della massima stagione di Caravaggio ed è una delle opere più importanti del patrimonio storico-artistico di Intesa Sanpaolo. Si tratta della tela dipinta a Napoli nel 1610, proprio alla fine del suo secondo soggiorno partenopeo, nella quale il maestro lombardo raffigura il martirio della Santa con la drammaticità che lo contraddistingue. È in quegli anni che la cultura caravaggesca si afferma rapidamente in tutti quei luoghi dove il maestro soggiornò, in particolare a Roma, a Napoli e nell’Italia meridionale. La sua inflienza però non si estende in altri importanti centri della penisola, dove invece si continua a dipingere, e comunque anche bene. Ciò non accade se non incidentalmente, per esempio a Firenze, Bologna, Venezia, Torino, Genova e persino a Milano, dove Caravaggio nacque e si formò, ma da dove si allontanò precocemente senza lasciare tracce.
Il punto di partenza del percorso espositivo è l’interessante ed emblematico confronto tra il Martirio di sant’Orsola dipinto, come già detto, da Caravaggio a Napoli nel 1610 su richiesta di Marco Antonio Doria e la tela di analogo soggetto di Bernardo Strozzi, realizzata a Genova tra il 1615 e il 1618 negli anni in cui il pittore era in contatto con il fratello di Marco Antonio, Giovan Carlo,a quei tempi forse il più grande collezionista nell’Italia del Nord agli inizi del Seicento. Le scelte collezionistiche dei due fratelli genovesi hanno un ruolo chiarificatore nello sviluppo della mostra. Uniti nella vita e nella gestione del patrimonio economico familiare ma divisi nelle scelte in campo artistico, maturate in seguito ai loro orizzonti di affari e di affetti: Napoli per Marco Antonio, Milano invece per Giovan Carlo.
Con l’esposizione di oltre 50 opere – molte delle quali esposte per la prima volta a Milano – di artisti seguaci di Caravaggio (amati da Marco Antonio), come Battistello Caracciolo e Ribera, e nuovi maestri (ai quali guardava invece Giovan Carlo), quali Rubens, Van Dyck, Procaccini e Strozzi, la mostra racconta in sostanza la storia artistica di tre città italiane: Napoli, Genova e Milano legate da quegli anni di rinnovamento del gusto, diviso tra la rivoluzione tutta tesa al naturale di Caravaggio e la nuova età colorata e festosa del Barocco. Eccezionale la presentazione in mostra dell’ Ultima Cena di Giulio Cesare Procaccini, eseguita per l’amata chiesa della Santissima Annunziata del Vastato di Genova e che è stata oggetto di un lungo lavoro di restauro. Questo capolavoro restituisce al pittore bolognese radicato a Milano un peso nella storia dell’arte italiana che gli va definitivamente riconosciuto.
Immagini: Caravaggio ‘Martirio di Sant’Orsola’, 1610 – Palazzo Zevallos Stigliano, Napoli (Coll. Intesa Sanpaolo)
Giulio Cesare Procaccini ‘Ultima cena’, 1618 – Chiesa della SS. Annunziata del Vastato, Genova
Info
Gallerie d’Italia, piazza della Scala 6, Milano
Orario: da martedì a domenica 9.30 – 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
giovedì ore 9.30 – 22.30 (ultimo ingresso 21.30)
chiuso il lunedì
Per info biglietti, aperture straordinarie e altro: www.gallerieditalia.com
N.b. Il biglietto di ingresso all’esposizione “Dentro Caravaggio” a Palazzo Reale dà diritto all’ingresso ridotto a 5 euro alla mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri”.
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