L’Urlo prima di Munch è la personale di Duilio Forte e Giorgia Marras che, tra installazione e grafic novel, indaga la personalità di Edvard Munch
BOLOGNA – E’ conto alla rovescia per l’annuale appuntamento con Arte City 2017 (dal 27 al 29 gennaio), che come ogni anno affianca l’altro storico appuntamento con l’arte.
Per l’occasione la città si prepara ad accogliere un lungo programma di iniziative. Tra queste non manca quello della Ono arte contemporanea che domani, giovedì 26 gennaio, presenta (alle ore 18,30) L’Urlo prima di Munch.
La doppia personale di Duilio Forte e Giorgia Marras. Dividendosi tra installazione e grafic novel, indaga la figura di uno dei più grandi maestri dell’arte moderna, Edvard Munch. E con lui la sua più famosa opera, L’Urlo. La mostra, a ingresso gratuito e visitabile fino 26 febbraio 2017, realizzata con il patrocino del Comune di Bologna, è composta da 30 immagini e dall’opera site specific.
L’istallazione site specific realizzata da Duilio Forte, artista e architetto italo svedese, ricostruisce lo studio di Munch immaginandolo durante il periodo di realizzazione de “L’Urlo”. È il 1893 quando Edvard Munch termina il noto dipinto. Il primo di una serie di 4 opere nelle quali il pittore norvegese getta le basi per un lavoro seriale su questo tema. E che include anche lavori grafici con lo stesso soggetto.
La genesi dell’opera è ben nota. Munch stava camminando con due amici lungo un sentiero, in una località vicino Oslo. Sentendosi affaticato si appoggiò ad una balaustra dalla quale, davanti a se, poteva vedere il fiordo e dietro di lui gli amici che stavano proseguendo la camminata. Intorno a lui, il cielo del tramonto si fece con i colori quasi di fuoco, talmente forti da provocare in lui uno shock. Da qui scaturì quell’urlo interiore che Munch fu quasi costretto a dipingere una volta tornato a casa.
Ci volle molto tempo prima che l’iniziale L’Urlo prendesse la forma che lui aveva in mente. Un’immagine forte che ritraeva quella scena vissuta nella quale si sentiva sopraffatto dalla vita e dalla potenza della natura. Un’opera che non solo è il più importante quadro espressionista nordico. Ma è anche uno straordinario elemento pop che Munch ripeterà più volte, in netto anticipo sulla pop art americana.
“Finis Extra“, titolo dell’istallazione di Duilio Forte, esplora il tema del confine nel rapporto con il mondo visionario di Edward Munch. Rappresenta nello specifico l’interno della sua casa che ha tre finestre. Ogni finestra è uno sguardo sul mondo dell’artista. Al centro dell’abitazione è posizionata l’opera “URSUS Cinematicus”, un micro-cinema attivabile dal visitatore che proietta il Film corto “URSUS in love”. Il film riflette sui temi della sfida e della paura attraverso una partita a scacchi.
Ogni interno ha un esterno, ed è a sua volta anche esterno per un interno più profondo.
Lo spazio interno e lo spazio esterno convivono come due realtà parallele compresenti, come il mondo interiore delle emozioni popola le opere di Munch.
A ripercorrere invece l’inizio della vita e della carriera di Munch, attraverso la graphic novel dal titolo “Munch before Munch”, è Giorgia Marras. Autrice di fumetti e specializzata in Comunicazione visiva. Una macchiolina bianca. L’irrispettoso ricordo lasciato cadere da un uccellino sulla tela dell’Urlo. È il frutto della hestekur. La cura da cavallo che un uomo in cappotto nero decide di somministrare ai suoi dipinti, esponendoli alla neve, al vento, alla luna, agli insetti.
“Munch before Munch” propone un viaggio illustrato alla scoperta di questo Edvard, il più remoto, il meno conosciuto, quello che l’eco della sua stessa opera-simbolo, “L’Urlo”, ha in parte coperto.
Insieme, i lavori di Forte e Marras offrono un’incursione, sotto forma di immagini e scultura, nella vita profonda di Munch, che nasce poco più di 150 anni fa a pochi chilometri da Oslo, in direzione nord. Una famiglia puritana, un quartiere operaio, notti bohémien.
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