“Le intellettuali” di Molière al Teatro Cantiere Florida, analizza la fluidità del potere e le sue forme, irridendo comportamenti non solo dell’aristocrazia seicentesca.
di redazione
FIRENZE – Elsinor Centro di produzione teatrale presenta al Teatro Cantiere Florida di Firenze “Le intellettuali” di Molière. In scena, nella versione tradotta da Cesare Garboli, giovedì 4 e venerdì 5 febbraio. Le scene e i costumi sono di Domenico Franchi, disegno luci di Antonio Zappalà, musiche originali di Giancarlo Facchinetti.
La pièce diretta da Monica Conti ‑ al suo secondo incontro con il drammaturgo francese ‑ analizza la fluidità del potere e le sue cangianti forme. Irridendo comportamenti tipici non soltanto dell’aristocrazia seicentesca, ma anche della nostra contemporaneità.
Parlando dell’opera Monica Conti spiega: “Le intellettuali sviluppa il noto schema delle nozze ostacolate, in cui il solito trucco provvidenziale delle lettere scioglie i nodi e fa correre al lieto fine. Teatralmente questa storia – sottolinea – regge solo a patto che si presti fede alla “finzione”. Perché, come nota Cesare Garboli: «né la famiglia, in “Les Femmes savantes”, né la cultura sono valori di primo grado. In quanto spazi di un discorso teatrale, luoghi di una finzione. Molière usa questi valori, li sbuccia, li tradisce. Li tratta come prese di posizione il cui movente è opportunistico». Testo fluttuante in varie direzioni, senza un centro. Per me – continua la Conti – è stato importante collocarlo in uno spazio che potesse contenere la finzione e la verità tra le relazioni dei personaggi. Ho chiesto a Domenico Franchi di creare un palcoscenico “teatro-casa-chiesa”, abitato da meccanismi attirati dal potere. Uno spazio diviso in due parti, così come due sono gli schieramenti: fautori dell’intelletto e fautori della materia. Esseri disarmonici, privi di equilibrio tra corpo e mente, tesi unicamente ai propri interessi personali. Un luogo in cui tutto è Potere: la cultura e l’ignoranza, il maschio e la femmina, la tradizione e la novità. In una giostra che mi ricorda un circo, in cui tutto gira e passa, in cui i grandi personaggi sono morti. In cui Trissottani ha preso il posto di Tartufo e in cui si muovono uomini-burattini. Molière, ora, pare credere solo alla verità del Teatro, ai gesti sacri e irridenti della scena che poi svaniscono”.
“Le intellettuali” (titolo originale “Les Femmes savantes”) fu rappresentata per la prima volta al Palais Royal di Parigi l’11 marzo 1672. La scena si svolge in una “casa”, quella del ricco borghese Crisalo. Clitandro, rifiutato da Armanda, figlia di Crisalo e Filaminta, vuole sposare la sorella di lei Enrichetta.
Il padre è favorevole al matrimonio ma la madre, amante della cultura e della scienza, la vuole invece dare in sposa a Trissottani, un pedante vanesio idolatrato da lei e dalle altre due “intellettuali” di casa, Armanda e la zia Belisa. Il contrasto tra padre e madre per la scelta del genero si risolve nel momento in cui arriva il finto annuncio che la famiglia di Enrichetta è completamente rovinata economicamente, annuncio portato da Aristo, zio delle ragazze. Trissottani infatti, interessato a sposare una ricca ereditiera, si tira subito indietro, lasciando via libera a Clitandro.
Monica Conti e il cast de “Le intellettuali” incontreranno il pubblico venerdì 5 febbraio, alle ore 17, presso la BiblioteCaNova Isolotto (via Chiusi, 4/3 A).
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