di redazione
Parma, giovedì 31 marzo 2016 –
Gino Severini nella sua complessa interezza artistica: dal Divisionismo al Futurismo. È quanto propone la grande mostra monografica ospitata fino al 3 luglio negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma).
Sono presenti tutte le stagioni creative dell’artista di Cortona, dagli esordi divisionisti al ritorno al Classicismo dell’ultimo periodo. I vari periodi creativi di Severini sono rappresentate da una selezione di circa cento opere, di cui ben 25 mai viste in Italia. Curata da Daniela Fonti e Stefano Roffi, la mostra dal titolo ‘Severini. L’emozione e la regola‘ è un’importante iniziativa espositiva che celebra il cinquantenario della morte dell’artista avvenuta nel 1966 a Parigi.
Interessante è il fatto che la rassegna presenta i risultati di una revisione critica, condotta negli ultimi anni, dell’opera del celebre pittore. Pertanto il percorso espositivo non si concentra solo sul suo periodo di adesione al Futurismo e al Cubismo, cui sarebbero seguite – secondo alcune interpretazioni – fasi interessanti ma non incisivi per il linguaggio artistico del ‘900. Infatti a emergere è la consapevolezza che il percorso creativo di Severini rappresenta, proprio per la sua complessità e inquieta ricerca di ‘perfezione nella contemporaneità’, il perfetto esempio di artista del ‘900, attratto prima dalle novità delle Avanguardie e successivamente dalla ricerca di un equilibrio di ispirazione classica, ma non classicista, fino alle riprese neocubiste e neofuturiste dei due decenni successivi.
In mostra spiccano le due opere di Severini molto significative, conservate nella collezione permanente della Fondazione: il capolavoro futurista la ‘Danseuse articulée‘ del 1915 e la ‘Natura morta con strumenti musicali‘, realizzata nella prima metà degli anni’40, acquistate direttamente dal fondatore Luigi Magnani. Accanto a queste, sono da ammirare per intero le circa cento opere, fra dipinti, lavori su carta e alcuni studi preparatori. Opere disposte seguendo un percorso tematico. Temi presenti sia nel periodo degli esordi sia in quello della maturità e affrontati in ogni sezione in chiave divisionista, futurista e cubista.
Tra le opere esposte quindi il Ritratto-Maschera, realizzato agli inizi della sua carriera e rimanendo un soggetto importante anche nel periodo futurista (ritratti della moglie, delle cantanti del varietà, della famiglia) e in quello cubista. Mentre la Danza è il tema che proprio in ambito futurista lo contraddistingue maggiormente, (Le ballerine dei cafè ed ‘Espansioni della luce’). Anche il Paesaggio e la Natura morta sono presenti sia nella fase divisionista sia in quella futurista e cubista, mentre negli ultimi decenni della sua attività sarà la natura morta a dominare. Significativo è lo spazio che la mostra dedica alla decorazione murale affrontata da Gino Severini in diversi periodi della sua vita. Come la decorazione del Castello toscano di Montegufoni, che tuttora ospita l’incantevole Salottino delle Maschere musicanti (1921-1922), e la decorazione della Maison Rosenberg a Parigi (1928).
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