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Lettere di Marta Abba tornano a Casa Pirandello

Marta Abba Pirandello

di redazione

Roma, martedì 26 luglio 2016 –

Quello tra Luigi Pirandello e l’attrice Marta Abba fu sicuramente un rapporto intenso. Si è sempre pensato sia stato d’amore, anche se per molti solo platonico. Ma ciò che è sicuro è che tra il grande scrittore e la sua musa ispiratrice c’è stato un grande affetto.

Marta Abba PirandelloCome dimostra l’attiva e periodica corrispondenza tra Pirandello, che quando si conobbero nel 1925 aveva 57 anni e lei solo 24 anni. Allora la Abba era appena divenuta prima attrice del Teatro d’Arte da lui fondato e della Compagnia con cui fece tournée in Italia e all’estero, spesso interpretando scritti apposta per lei.
Da allora tra loro si istaurò un lungo e intenso scambio epistolare. Di questa numerosa mole di lettere sono tornate a Casa Pirandello – grazie alla donazione di un nipote dell’attrice, scomparsa nel 1988, all’Istituto pirandelliani e sul teatro contemporaneo, che ha sede nella Casa museo dello scrittore a Roma in via Bosio (www.studiodiluigipirandello.it) – circa trecento lettere originali che Marta Abba scrisse a Pirandello. In pratica nel villino a Roma, lì dove molte lettere erano indirizzate e dove Pirandello visse gli ultimi anni, hanno fatto ritorno le missive che l’attrice gli inviò dal 1926 al 1936 e che lei stessa chiese le venissero restituite poco dopo la morte dello scrittore nel dicembre del 1936. Le lettere sono state pubblicate quasi tutte nel 1994 a cura di Pietro Frassica. Si tratta ora di ricontrollarle per vedere se ce ne sono di inedite e se magari qualcosa è stato saltato e può rivelare delle sorprese.

Le lettere comunque rivelano il tipo di rapporto tra i due. Negli scritti traspare quanto la Abba sia stata affezionata a Pirandello, considerandolo in particolare il suo Maestro, lui invece mostra molta più partecipazione intima e forte. Luigi Pirandello2
Scrive infatti così in una lettera del 1931: ”Ah, Marta mia, per seguitare a lavorare come sto lavorando, bisogna ch’io pensi assolutamente che Tu sei sempre la stessa per me…”, sino a concludere: ”Scrivimi, fatti viva, ho tutta la mia vita in Te, la mia arte sei Tu; senza il Tuo respiro muore”. Lei di risposta appare invece più distaccata e parla principalmente di lavoro, congedandosi spesso e più formalmente così: “Tante care cose” oppure altre volte con ”Tante cose affettuose dalla sua Marta” o ”Arrivederci, caro Maestro, stia di buon umore che il mondo è nostro”. Solo in alcuni casi si lascia andare a frasi così: ”pensi a me che le voglio bene”.


Il corpus di lettere scritte dalla Abba adesso è andato ad aggiungersi al ricco archivio dell’Istituto, che ha sede nella Casa museo di Pirandello, rimasta intatta e visitabile tutte le mattine e che vanta diversi manoscritti. Tra questi ”Enrico IV”, il ”Berretto a sonagli” in siciliano, e poi tutta la biblioteca personale del grande scrittore, il diploma dipinto a mano del Nobel, e altri fondi, come quello con tutte le carte di Alessandro D’Amico, autore dell’edizione critica dell’opera completa per i Meridiani Mondadori.

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