E’ uno strano caso quello per cui indaga il dottor Elio, fatto di omicidi per nulla scontati nel romanzo “Come ombre tra la nebbia”
di Lorena Donati
È proprio uno tipo particolare il dottor Elio. Un quarantenne appassionato di blues e auto d’epoca, che non disdegna la bella vita e che in tema di donne ha gusti alquanto ricercati.
Ma ciò che attira del dottor Elio è il suo carattere. Affabile, determinato, ambizioso e sicuro di sé, ma anche un incallito, quanto inverosimile, stacanovista. Per farlo andare su tutte le furie basta costringerlo a stare fermo senza fare nulla. Per lui oziare nelle ore di lavoro è come una condanna, quasi la peggiore delle penitenza da scontare.
Così come avviene il giorno in cui si ritrova solo nel suo ambulatorio senza neanche un paziente in sala d’attesa. Che poi è il giorno da cui inizia tutto, ovvero tutta la vicenda del romanzo. Lampi e tuoni in quei primi di dicembre del 1984 sembrano presagire qualcosa di brutto.
Ma in realtà non avviene nulla. Almeno non agli occhi del dottor Elio Fabiani e di tutti gli altri protagonisti del romanzo “Come ombre tra la nebbia” (Streetlib 2019) di Antonella Furci.
Nella piccola città di Corvale – una città strana anche questa poiché incombe su di essa sempre la nebbia pur essendo nel sud Italia – nessuno fa caso a quanto sta succedendo intorno a sé. Né tanto meno è in grado di prevedere ciò che di più strano accadrà di lì ai giorni successivi.
L’unica cosa che accadrà di brutto quel giorno di tempesta, è per il dottor Elio la notizia della morte improvvisa del noto professore di lettere Dante Petroselli, il cui cadavere fu trovato nel suo studio dalla moglie. Per tutti, ed anche per un sospettoso dottor Elio, si trattava comunque di attacco cardiaco.
Ma ciò che attira del dottor Elio è il suo carattere. Affabile, determinato, ambizioso e sicuro di sé, ma anche un incallito, quanto inverosimile, stacanovista. Per farlo andare su tutte le furie basta costringerlo a stare fermo senza fare nulla. Per lui oziare nelle ore di lavoro è come una condanna, quasi la peggiore delle penitenza da scontare.
Così come avviene il giorno in cui si ritrova solo nel suo ambulatorio senza neanche un paziente in sala d’attesa. Che poi è il giorno da cui inizia tutto, ovvero tutta la vicenda del romanzo. Lampi e tuoni in quei primi di dicembre del 1984 sembrano presagire qualcosa di brutto.
Ma in realtà non avviene nulla. Almeno non agli occhi del dottor Elio Fabiani e di tutti gli altri protagonisti del romanzo “Come ombre tra la nebbia” (Streetlib 2019) di Antonella Furci.
Nella piccola città di Corvale – una città strana anche questa poiché incombe su di essa sempre la nebbia pur essendo nel sud Italia – nessuno fa caso a quanto sta succedendo intorno a sé. Né tanto meno è in grado di prevedere ciò che di più strano accadrà di lì ai giorni successivi.
L’unica cosa che accadrà di brutto quel giorno di tempesta, è per il dottor Elio la notizia della morte improvvisa del noto professore di lettere Dante Petroselli, il cui cadavere fu trovato nel suo studio dalla moglie. Per tutti, ed anche per un sospettoso dottor Elio, si trattava comunque di attacco cardiaco.

Ma era così? A poco a poco, con il sopraggiungere di altri strani avvenimenti e retroscena, inizia a delinearsi sotto gli occhi del dottor Elio Fabiani, e sotto quelli del comandante dei Carabinieri Mario Barbèra, con cui il dottore ha incominciato a collaborare, la verità che stava dietro ad altri strani avvenimenti legati all’incidente in auto di un ragazzo e la morte successiva della sua fidanzata. Erano incidenti e casualità, o erano tutte vittime di un’unica mano?
Era questo il dilemma in cui a poco a poco si trovarono davanti il dottor Elio e il comandante Barbèra. Un assassino stava facendo di tutto per far fuori le sue vittime e spacciare gli omicidi per morti naturali o accidentali. Il tutto utilizzando un’arma davvero insolita e inusuale. “Come ombre tra la nebbia”, con cui l’autrice Antonella Furci esordisce, non è un romanzo scontato. Né si può dire che rientri in quei romanzi gialli o thriller in cui ci si trova davanti a scene cruente e violente di vittime uccise da serial killer o assassini spietati. Insomma, per essere il primo romanzo della Furci si può dire che è un buon libro. Se poi la tipologia del caso investigativo non corrisponde alle vostre aspettative, è comunque da apprezzare il contesto in cui è ambientata la storia, in quei favolosi anni ’80. E poi lo stile narrativo dell’autrice è semplice e diretto, capace di accompagnarci nelle vicende quasi come vissute direttamente.
Era questo il dilemma in cui a poco a poco si trovarono davanti il dottor Elio e il comandante Barbèra. Un assassino stava facendo di tutto per far fuori le sue vittime e spacciare gli omicidi per morti naturali o accidentali. Il tutto utilizzando un’arma davvero insolita e inusuale. “Come ombre tra la nebbia”, con cui l’autrice Antonella Furci esordisce, non è un romanzo scontato. Né si può dire che rientri in quei romanzi gialli o thriller in cui ci si trova davanti a scene cruente e violente di vittime uccise da serial killer o assassini spietati. Insomma, per essere il primo romanzo della Furci si può dire che è un buon libro. Se poi la tipologia del caso investigativo non corrisponde alle vostre aspettative, è comunque da apprezzare il contesto in cui è ambientata la storia, in quei favolosi anni ’80. E poi lo stile narrativo dell’autrice è semplice e diretto, capace di accompagnarci nelle vicende quasi come vissute direttamente.
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