Debutta questa sera al Teatro Argentina l’opera del drammaturgo Campbell, diretto e interpretato da Luca Zingaretti nei panni di Phill.
di redazione
ROMA – Affrontare la difficoltà di trovare la propria identità è il fulcro di THE PRIDE, opera del drammaturgo e attore americano di origini greche Alexi Kaye Campbell. L’opera debutta questa stasera al Teatro Argentina, e vede sul palco Luca Zingaretti, che anche la dirige.
The Pride è un viaggio nella complessità della vita dell’essere umano. Un’ esplorazione tra i meandri di sentimenti come l’amore, la fedeltà e il perdono. Solleva interrogativi sulla vita contemporanea, sulle scelte gay o etero. Insomma The Pride indaga sui destini di uomini e donne alla continua ricerca della propria identità.
Lo spettacolo è prodotto da Zocotoco Srl e rimarrà in scena fino al 6 dicembre. Tra gli interpreti insieme a Zingaretti (Phill) anche Valeria Milillo (Sylvia), Maurizio Lombardi (Oliver) e Alex Cendron (L’uomo, Peter, il dottore). La traduzione è di Monica Capuani, le scene sono di Andrè Benaim, i costumi di Chiara Ferrantini, le luci di Pasquale Mari e le musiche di Arturo Annecchino.
Luca Zingaretti dunque dirige e interpreta l’opera del drammaturgo e attore Alexi Kaye Campbell. Il quale ha debuttato al Royal Court Theatre di Londra vincendo il Critic’s Circle Award e l’Olivier Award.
Si tratta di un testo enigmatico costruito magistralmente. Racconta due storie rappresentate con scene alterne che si svolgono a Londra e in periodi di tempo diversi e lontani tra loro: il 1958 e il 2015.
The Pride pone la grande questione dell’identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. Nella vita tutti prima o poi, etero e gay, si trovano ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi si è veramente. Cosa si vuole dalla vita e soprattutto rispondere all’interrogativo se si è capaci di raggiungerlo. I tre interpreti Philip, Oliver e Sylvia lottano appunto per questo. Per una vita più facile, nella speranza di riuscire a guardarsi allo specchio ed essere almeno contenti di ciò che vedono nell’immagine riflessa.
Londra 1958. È una serata speciale. Sylvia, una ex attrice reduce da un esaurimento nervoso. Sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi. Non vede l’ora di presentarlo al marito Philip e quella sera, finalmente, usciranno a cena insieme.
Londra 2015. È una serata da incubo. Oliver, un giornalista gay, ha appena rotto con Philip, un fotoreporter con il quale ha avuto una storia di due anni. Sylvia, amica di entrambi, cercherà di indagare i motivi per cui Oliver sta cercando di sabotare una relazione importante. Le due storie, interpretate dagli stessi attori inizialmente sembrano non avere nulla in comune, a parte i nomi dei personaggi. Ma man mano che le due vicende prendono piede e procedono si scoprono continui rimandi di problematiche che invece hanno molto in comune.
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