di redazione
Roma, venerdì 17 giugno 2016 –
“Ti aspetto su altri pianeti” è la particolare performance artistica di Giuliano Macca, tenutasi sabato scorso al MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove, Metropoliz di Roma.
La performance, a cura del direttore del MAAM Giorgio De Finis, della curatrice d’Arte Marilena Morabito, del critico d’Arte Roberto Sottile e con la collaborazione dell’Associazione ACAV, ha visto una grande ed originale partecipazione di pubblico, grazie proprio allo stesso Giuliano Macca che ha realizzato un’opera permanente facendo interagire 28 fra i numerosi visitatori presenti. E ognuno di loro ha lasciato il proprio segno tangibile ed indelebile sulla stessa opera. è ben evidente dunque che si tratta di un’opera unica e irripetibile. Rappresenta le fasi della vita, addolcita, massacrata, deviata, sbeffeggiata da ogni soggetto e da ogni evento che interagisce e con cui si entra in contatto durante l’esistenza di ognuno. La “vita” lascia tracce continue come i solchi di un vinile ed è questo quello che l’artista ha voluto donare. Un suo segno identificativo al MAAM. Un segno fatto di tratti non voluti ma ricevuti da 28 persone, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno interagito con lui , con la sua stessa esistenza, con la sua opera, con la visione di sé stesso ed attraverso i suoi stessi occhi.
Al MAAM, ex stabilimento Fiorucci, si aggiunge adesso anche il lavoro di Macca. Entra in equilibrio con altre opere permanenti “senza gravità” di artisti come Borondo, Cobra, Pasquale Altieri, Massimo de Giovanni, Veronica Montanino, Paolo Mesa Cappella, Gonzalo Orquin, Solo, Nicola Alessandrini e le famiglie che vivono realmente questo spazio sulla Prenestina, nella periferia romana. Qui, in un luogo non luogo, il miraggio della terra promessa, quella terra fortemente voluta e abbandonata dolorosamente nella speranza di ritrovare il proprio posto in questo mondo.
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