La mostra racconta il percorso artistico di Manet e il ruolo che ebbe nella pittura moderna con dipinti sulla natura morta, il paesaggio, le donne e Parigi
di redazione
MILANO – Non ebbe vita facile Edouard Manet (1832-1883)se si pensa quanto dovette lottare per riuscire a dedicarsi alla sua passione principale: l’arte. Figlio di benestanti, aspettò molto prima che il padre gli consentisse di studiare pittura, che non gli impedì di mettere su in due decenni la numerosa produzione artistica. A questo grande esponente – non troppo come voleva lui – dell’Impressionismo Palazzo Reale dedicherà la mostra “Manet e la Parigi moderna”. Sarà inaugurata l’8 marzo e rimarrà aperta al pubblico fino al 2 luglio. L’esposizione, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, e MondoMostreSkira, è a cura di Guy Cogeval, presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi, e delle conservatrici Caroline Mathieu e Isolde Pludermacher.
La rassegna racconta il percorso artistico del grande maestro (1832-1883), e celebrare il ruolo centrale che ebbe nella pittura moderna, attraverso i vari generi cui si dedicò, come il ritratto, la natura morta, il paesaggio, le donne, Parigi, la sua città amatissima, che a metà ‘800 fu trasformata dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann da cui prese inizio un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali, nella miriadi di nuovi edifici che ne cambiarono il volto e l’anima.
La sua, sembra essere stata una vita per nulla lineare, dove ogni meta raggiunta è stata ottenuta solo con la forza e la determinazione. Quando la sua carriera iniziò, prese prima lezione dal celebre ritrattista Thomas Couture e successivamente entrò all’Accademie, dove si confrontò con noti artisti.
Tra questi il gruppo Impressionista, di cui divenne uno dei massimi esponenti, nonostante manifestò sempre il suo distacco dal movimento. Non partecipò infatti a nessuna delle loro esposizioni, e si distinse dagli altri per l’uso del colore nero nei suoi dipinti. In poco più di due decenni di intensa attività, Manet riuscì a produrre 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Un corpus che pur non essendo affatto esteso, è stato in grado di rivoluzionare il concetto di arte moderna. Una vicenda artistica la sua, che si intreccia inoltre con quella di altri famosi pittori. Molti dei quali compagni di vita e di lavoro, frequentatori insieme a lui dei caffè, studi, residenze estive e teatri.
Alcune delle sue opere più celebri, insieme ad altre di artisti suoi contemporanei, saranno al centro della mostra allestita ai piani alti di Palazzo Reale. Arrivano dalla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi. Si tratta di un centinaio di opere, tra cui 55 dipinti, tra questi 17 capolavori di Manet e 40 di altri grandi maestri. Quali Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot.
Di Manet, oltre alle opere su tela saranno esposti anche 10 tra disegni e acquarelli, mentre degli altri artisti una ventina di disegni e sette tra maquettes e sculture.
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