In mostra i dipinti che Chagall realizzò nel periodo in Russia, prima del trasferimento a Parigi. Esposti insieme a un omaggio di Dario Fo.
di redazione
BRESCIA – Il giorno stesso della sua nascita, Vitebsk, piccola cittadina bielorussa, venne attaccata durante un pogrom dai cosacchi che diedero alle fiamme la sinagoga. Riferendosi a questo episodio Marc Chagall usava dire: ‘io sono nato morto’. Ritorna spesso nelle opere dell’artista il periodo dell’infanzia, felice nonostante le tristi condizioni al limite della povertà. In un momento in cui anche studiare era proibito, il giovane Chagall non si perse d’animo. Aprì la finestra della sua camera e iniziò a raffigurare la sua misera città. Sentì il bisogno di esprimersi attraverso la pittura e iniziare a raccontare tutto ciò che gli stava intorno. Le storie della sua straordinaria gente, compresa la sua famiglia numerosa. Ma non si fermò qui. Chagall usò l’arte per creare nuovi mondi, i ‘suoi mondi’. Come infatti lui stesso spiegava: “è soltanto mio il paese che è nell’anima mia. Vi entro senza passaporto”.
Iniziò a studiare pittura nel 1906, l’anno successivo si trasferì a San Pietroburgo. Qui frequentò l’ Accademia Russa di Belle Arti. Tra il 1908 e il 1910 studiò alla scuola Zvantseva con Léon Bakst e rimase in città fino al 1910. Nel frattempo incontrò la sua futura moglie Bella Rosenfeld, compagna di vita e soggetto frequente nei suoi dipinti. Una volta divenuto noto come artista, lasciò San Pietroburgo per stabilirsi a Parigi e stare più vicino alla comunità artistica di Montparnasse.
Sono proprio questi anni, gli anni russi, che hanno visto il giovane Chagall crescere e formarsi come artista, tra i più apprezzati. Sono proprio questi anni ad essere al centro della mostra ‘Marc Chagall. Opere russe 1907-1924’. Inaugurata ieri al Museo di Santa Giulia di Brescia è visitabile fino al 15 febbraio 2016. E’ promossa dal Comune e da Brescia Musei, in co-produzione con la casa editrice GAMM Giunti, che per l’occasione pubblica due volumi catalogo. Ciascuno comprendente tutte le opere esposte e testi di Marc Chagall, Eugenia Petrova, Dario Fo.
Ad essere esposte 35 opere, tra cui capolavori assoluti, attraverso cui viene rivissuto questo straordinario periodo pittorico dell’artista russo naturalizzato francese. Si tratta di una selezione di dipinti tra i più significativi che Chagall realizzò negli anni tra il 1907-1924, anni antecedenti al trasferimento definitivo a Parigi. Tra le opere esposte ci sono capolavori come la Veduta dalla finestra a Vitebsk del 1908, Gli Amanti in blu del 1914, la Passeggiata del 1917-1918 e l’Ebreo in rosa del 1915.
È proprio da quella finestra della casa di Vitebsk che i visitatori hanno la possibilità di affacciarsi e scoprire i mondi di Chagall e le sue visioni liriche e simboliche. Quelle del primo periodo di attività, durante cui il pittore si forma acquisendo un proprio linguaggio originale e personale. Complice il viaggio poco più che ventenne a Parigi tra il 1911 e il 1914, dove venne in contatto con la comunità di artisti di Montparnasse.
Per i visitatori la mostra al Museo di Santa Giulia si presenta un’occasione unica per scoprire il mondo di Chagall. Ed anche perché fatta in un modo del tutto originale: insieme al premio Nobel per la Letteratura Dario Fo. Chagall è infatti protagonista anche di un racconto per immagini, narrato attraverso la poetica pittorica e teatrale di Fo. Un omaggio visivo e testuale a Chagall in diciotto tappe che vede protagonisti altrettanti dipinti accompagnati da bozzetti e narrazioni, inediti e realizzati dal premio Nobel appositamente per l’occasione.
Un percorso che diventerà infine anche un’unica e attesissima lezione spettacolo al Teatro Grande di Brescia.
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