In mostra a Palazzo Ducale di Venezia quasi trecento pezzi provenienti dalla preziosa collezione Al ThaniĀ
VENEZIA – Sono esposti per la prima volta in Italia le prestigiose e celebri gemme e gioielli indiani appartenenti alla Collezione Al Thani. Si tratta di oltre 270 oggetti preziosi in mostra a Palazzo Ducale fino al 3 gennaio 2018. Promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia (Muve), l’esposizione dal titolo āTesori dei Moghul e dei maharaja: la Collezione Al ThaniāĀ offre al pubblico italiano lāopportunitĆ di ammirare da vicino quasi trecento pezziĀ provenienti dalla preziosa collezione creata daĀ Sua Altezza lo sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar.Ā Una raccolta straordinaria di preziosi attraverso cui vengono raccontati 500Ā anni di storia dellāarte orafa legata per origine oĀ ispirazione al subcontinente indiano.Ā
Una serie di gemme splendenti, pietre preziose, antichi e leggendari gioielli, accanto aĀ creazioni contemporaneeĀ conducono in unĀ viaggio attraverso la pura bellezza e indiscussa maestria artigiana, gloriosa tradizione indiana:Ā dai discendenti di Gengis Khan e Tamerlano ai grandi maharajaĀ che nel XX secolo commissionarono alle celebri maison europee gioielli dāinarrivabile bellezza e straordinaria modernitĆ . Fin dallāantichitĆ lāIndia ĆØ stata una terra ricca di pietre preziose da cui ĆØ nata una tradizione orafa di estrema raffinatezza. Qui gemme e gioielli sono parte integrante dellāabbigliamento e dello stile di vita quotidiano.

Lāimpareggiabile qualitĆ deiĀ diamanti di Golconda, gliĀ spinelliĀ ā pietre preziose simili a rubini āĀ del Badakhshan, le spettacolari tonalitĆ degliĀ zaffiri del KashmirĀ resero celebreĀ lāAsia meridionale, dove confluivano anche i rubini di CeylonĀ (lāattuale Sri Lanka) e dellaĀ BirmaniaĀ (lāattuale Myanmar), e leĀ perle del Golfo persico. Così quando i Moghul assursero al potere, nel XVI secolo, i loro maestri gioiellieri elevaronoĀ lāoreficeria a vera e propria forma dāarte.Ā In India,Ā i gioielli rappresentano qualcosa di più di un semplice ornamento. OgniĀ gemma ha unĀ suo significato particolare nellāordine cosmicoĀ o le viene attribuitoĀ unĀ carattere propiziatorio. Nella cultura popolare, alcuni tipi di gioielliĀ riflettono ilĀ rango, la casta, la terra dāorigine, lo stato civile o la ricchezza di chi li indossa.Ā Metalli e gemme preziose inoltre venivano utilizzati ancheĀ nellāarredamento degliĀ ambienti di corte, nella confezione degli abiti cerimoniali, delle armi e delĀ mobilio.Ā
La mostra di Venezia rappresenta un incredibile viaggio nellāuniverso dellāoreficeria indiana dal XVI secolo ai nostri giorni.Ā Il percorso ĆØ scandito da alcune pietre miliari di unāarte che non ha mai smesso di affascinare lo spirito occidentale, alimentando un immaginario popolato da sovrani e divinitĆ ricoperte di gioielli. Curata da Amin Jaffer, conservatore capo della collezione Al Thani e da Gian Carlo Calza, studioso di arte dellāEstremo Oriente, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, la mostra di Venezia conduce il visitatore alla conoscenzaĀ di leggendari gioielli indiani e diamanti carichi di storia, espressione di un gusto artistico raffinato e di un perfetto dominio della tecnica.Ā

Il percorso espositivo parte dallo stile di corte dei Moghul (1526-1858) la dinastia timurideĀ fondata allāindomani della conquista di gran parte dellāIndia settentrionale per mano di Babur (1526).
La corte Moghul divenne da subito lāepicentro di uno stile peculiare, destinato a diffondersi in tutta lāIndia. In particolare ĆØĀ ai regni del quarto e del quinto imperatore Moghul che si deve la cosiddetta etĆ dellāoro, durante la quale i gioiellieri crearono opere meravigliose che con gemme di qualitĆ eccezionale fondevano arte e cultura dāOriente e Occidente. Con il declino del regno, seguito da un periodo dāinstabilitĆ politica e dal colonialismo britannico di metĆ del Settecento,Ā la committenza dellāalta gioielleria passò ai governantiĀ degli Stati sorti sulle ceneri dellāimpero Moghul: maharaja, nawab o nizam. Ricchi e dai gusti sempre più occidentalizzati,Ā furono loro a commissionare lavori a rinomate maison europee, prima fra tutte Cartier. Ć cosƬ che instillarono nuova vita nella gioielleria: antiche gemme montate in composizioni moderne eĀ la creazione di un nuovo stile, frutto dellāincontro tra le tradizioni indiane e la cultura orafa dellāOccidente.Ā
La corte Moghul divenne da subito lāepicentro di uno stile peculiare, destinato a diffondersi in tutta lāIndia. In particolare ĆØĀ ai regni del quarto e del quinto imperatore Moghul che si deve la cosiddetta etĆ dellāoro, durante la quale i gioiellieri crearono opere meravigliose che con gemme di qualitĆ eccezionale fondevano arte e cultura dāOriente e Occidente. Con il declino del regno, seguito da un periodo dāinstabilitĆ politica e dal colonialismo britannico di metĆ del Settecento,Ā la committenza dellāalta gioielleria passò ai governantiĀ degli Stati sorti sulle ceneri dellāimpero Moghul: maharaja, nawab o nizam. Ricchi e dai gusti sempre più occidentalizzati,Ā furono loro a commissionare lavori a rinomate maison europee, prima fra tutte Cartier. Ć cosƬ che instillarono nuova vita nella gioielleria: antiche gemme montate in composizioni moderne eĀ la creazione di un nuovo stile, frutto dellāincontro tra le tradizioni indiane e la cultura orafa dellāOccidente.Ā
Immagine d’apertura: uno dei gioielli della collezione Al Thani esposti a Palazzo Ducale di VeneziaĀ
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