Arte

Mostra: i nudi e le virulenze pittoriche di Michele Rosa

Due mostre personali di Michele Rosa sono ospitate alla Galleria Tibaldi Arte Contemporanea di Roma e allo Spazio Multifunzionale di Frosinone

 


 

ROMA – Dall’energia trasmessa sembrerebbe che le sue opere siano realizzate da un trentenne, ma sorprendentemente non è così. Perché ad esaltare il fascino e la sensualità di donne proiettate fuori del tempo e dello spazio, è l’artista Michele Rosa (Sora, 1925).
Dal 13 al 31 ottobre 2020 due mostre personali sono dedicate all’artista. Una presso lo Spazio Multifunzionale della Villa Comunale di Frosinone, l’altra negli spazi di Tibaldi Arte Contemporanea di Roma, con la quale anticipa di dieci anni il concetto di virus.
Michele Rosa presenta le ultime produzioni e ricerche artistiche che confermano l’incessante attività che ha sempre contrassegnato la sua lunga carriera artistica. Al punto da ricevere nel 2013 il titolo onorifico di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica e nel 2019 l’attestazione di “cittadino benemerito” della città di Sora.

 

La mostra a Frosinone

Negli ambienti della Villa Comunale di Frosinone, antica tenuta della famiglia De Mattheis, dal 13 al 22 ottobre, saranno esposti “I nudi di Rosa”, a cura di Alfio Borghese.
Scrive il curatore: “La modernità della sua pittura espressionista si rivela in una originalità che ha una visione del nudo come essenza della bellezza e l’inquietante sensualità come denuncia e provocazione contro preconcetti e arretratezze del mondo contemporaneo.”
L’esposizione si avvale del patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Frosinone e del Comune di Frosinone.

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La mostra a Roma

La seconda personale dal titolo “Virulenze pittoriche. I virus secondo Michele Rosa”, a cura di Alberto Dambruoso”, dal 15 al 31 ottobre sarà ospitata presso Tibaldi Arte Contemporanea, e partecipa alle iniziative della V edizione di Rome Art Week. Si tratta di una serie di opere realizzate quest’anno, nel pieno lockdown messe in relazione con quelle dipinte dall’artista nel 2009 aveva anticipato il concetto di virus pandemico, affrontando il tema della provvisorietà della vita.
Come scrive il curatore Alberto Dambruoso: “gli artisti sono dotati di una sensibilità maggiore, per questo riescono anche ad avvertire in anticipo eventi della vita”.
In tutte le sue opere comunque sorprende la grande energia promanante, che conferma che l’arte è una categoria dello spirito che non ha alcuna età, ma al contrario ringiovanisce o mette a freno l’invecchiamento.

 

Immagine d’apertura: Michele Rosa, Virus, 2020

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