E’ in corso la singolare mostra su Il Codice Romano Carratelli, un manoscritto della fine del XVI secolo composto da 99 acquerelli
di C.D.M
VIBO VALENTIA – Presso la Camera di Commercio di Vibo Valentia, sita nello splendido Complesso del Valentianum, è in corso una singolare e preziosa mostra, Il Codice Romano Carratelli è un manoscritto della fine del XVI secolo composto da 99 acquerelli, con legatura in pergamena rigida e carte di guardia, titoli manoscritti al dorso e in ottimo stato di conservazione. E’ sottoposto a vincolo del Ministero dei Beni ed Attività Culturali con decreto n.185 dell’8 luglio 2014, emesso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria. La Regione Calabria lo ha, invece, proposto per l’iscrizione al Registro “Memoria del Mondo” dell’Unesco.
Gli acquerelli si trovano a mezza pagina, con colori naturali ben conservati e un testo illustrativo in raffinata grafia cancelleresca. Essi illustrano la Calabria Ulteriore con le località delle attuali provincie di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone, tranne la parte oltre il fiume Neto. Per quanto la qualità grafica sia sempre di alto livello sembra certo essere frutto di mani diverse, presumibilmente perché il Codice trattasi di una raccolta di schede che doveva riprodurre il sistema difensivo di questa parte di Calabria, verificando così lo stato attuale e l’individuazione di siti per nuove torri che l’avrebbero valorizzato.
Le incursioni di pirati saraceni, “li Turchi”, furono per secoli un grande problema per la sicurezza delle popolazioni costiere mediterranee, come quelle della Calabria che, grazie alla importante estensione delle sue coste, rimaneva un bersaglio prediletto. Il Regno di Napoli, con i regnanti Carlo V e Federico II e soprattutto durante il Governo del Viceré Pietro di Toledo e successivamente del Viceré Pietro Afan di Ribera Duca di Alcalà, cercò di rimediare al pericolo costante con la ricostruzione e il completamento del sistema difensivo torriero, che permettesse l’avvistamento delle navi piratesche e del successivo allarme che consentisse la salvezza, attraverso la fuga delle popolazioni.

Le tavole del Codice rappresentano il sistema difensivo con le città fortificate e i castelli ma la sua particolarità non finisce qui, perché, insieme a queste annotazioni caratteristiche del suo scopo tecnico pratico, esso ci mostra alcune attività produttive tipiche della zona, come le tonnare, i mulini, le saline, la salagione del pesce azzurro. Le torri che si possono ammirare negli acquerelli si trovavano spesso vicino l’acqua, le cosiddette fiumare, cosa che permetteva anche ai pirati di fare rifornimento di acqua.
Il Codice Romano Carratelli, secondo degli elementi in esso presenti che ne consentono la datazione, è elaborato nell’ultimo decennio del XVI secolo, fra il 1596 e il 1598, con il Regno prima sotto il comando del Viceré Conte di Miranda e poi sotto quello del Viceré Conte di Olivares.
Il suo, o meglio i suoi redattori al momento sono ignoti ma allo studio di molti ricercatori.
La sua preziosità, di cui si accennava prima, come elemento fondamentale della scelta di allestimento della mostra ad esso dedicata sta nel suo essere la più antica iconografia della Calabria e fotografa un territorio affascinante e ancora misterioso, per quanto riguarda immagini del periodo.
Possiamo dire che rappresenta un “Gran Tour” di meravigliose cartoline da Catona a tutta la costa tirrenica fino a Sant’Eufemia, dove, andando oltre l’istmo di Catanzaro, giungono al fiume Neto per poi scendere di nuovo lungo il versante ionico fino a Reggio Calabria e il suo castello. Esso simboleggia il fattore difesa della zona costiera della Calabria Ultra attraverso l’illustrazione delle sue città fortificate, dei suoi castelli e delle sue torri, di cui vengono descritte le tipologie e le caratteristiche di quelle esistenti e in costruzione e per cui vengono individuati i luoghi dove era necessario la costruzione di nuove con la redazione del progetto e della possibile spesa.

L’illustrazione delle torri è accompagnata da particolareggiate note descrittive dei luoghi, delle distanze, dei tipi di costruzione, dei costi, dei torrieri, dei cavalieri, di informazioni dei Signori locali, di chi ne aveva ordinato la costruzione e degli stessi costruttori. I 99 acquarelli donano non solo una esatta immagine del territorio costiero ma anche un’utile soluzione per ottenere un sistema difensivo completo per cercare di rimediare al problema drammatico delle invasioni piratesche. La proposta più immediata alla difficoltà del territorio del Regno era appunto la costruzione di torri che permettessero l’avvistamento delle navi nemiche turche mentre erano ancora in mare e che consentissero alla popolazione di mettersi al riparo. Il Codice fa una chiara delucidazione fotografica anche delle città fortificate e dei castelli ma qui senza note illustrative.
La mostra è stata inaugurata dal presidente della Regione, Mario Oliverio, che ha sottolineato l’importanza del Codice «come di un documento che fotografa la Calabria del ‘500 e quello che è stato conservato e alterato negli anni, modificando il suolo con un consumo non sempre rispettoso del territorio. Punto quest’ultimo – ha aggiunto – che si ricollega all’impegno odierno della Regione con il consumo zero di suolo e la riqualificazione urbana, recuperando il patrimonio culturale». Il Codice Carratelli, sempre secondo il presidente regionale, «rappresenta, insieme ad altri tesori del territorio, come la Varia di Palmi, il Codice Purpureo di Rossano e l’Altopiano Silano, un patrimonio culturale che vuole puntare al riconoscimento Unesco. Questo potrà ovviamente avvenire investendo risorse e azioni mirate ed adeguate. La Regione, intanto, – ha concluso Oliverio – si impegnerà a farne uno strumento di conoscenza e valorizzazione del proprio territorio attraverso una degna pubblicazione. Un impegno che possa trasmettere al mondo una immagine positiva e ricca di importanti tesori della Calabria».
L’allestimento presso il Museo Lìmen è composto da 63 di 99 tavole illustrate di quello che è ormai considerato dagli studiosi il più importante documento della storia calabrese. Le tavole sono presentate e divise in sezioni secondo un percorso tematico: le Città, immagini suggestive di Scilla, Bagnara, Tropea, Pizzo, Crotone, Roccella di Castelvetere e Gerace; i Castelli di Briatico, Bivona, Le Castella e Reggio Calabria; le Torri e il Territorio, rappresentazioni delle torri e del territorio che ognuna doveva difendere nella costa ionica; le Torri Costruite e da Costruire; le Curiosità, particolarità della memoria dei luoghi; le Attività Produttive, con mulini, tonnare, saline, serre, Real stalle e masserie difese dalle torri; le Città e le Torri, in cui si possono ammirare le torri in rapporto con la città che devono proteggere.
Immagini: foto di Attilio Scullari
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