Esposti, per la prima volta in un’unica sede, i nove busti in bronzo di Michelangelo attribuiti a Daniele da Volterra
FIRENZE – “Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra” è la mostra a cura di Cecilie Hollberg, ospitata fino al 29 giugno 2022 alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Per la prima volta sono esposti in un’unica sede i nove busti in bronzo di Michelangelo, attribuiti a Daniele da Volterra.
Insieme alle tre opere già conservate alla Galleria dell’Accademia, al Museo Nazionale del Bargello e a Casa Buonarroti, ci sono importanti prestiti da vari musei internazionali e italiani. Tra questi il Musée du Louvre e il Musée Jacquemart-André a Parigi, l’Ashmolean Museum a Oxford, i Musei Capitolini a Roma. E poi ancora, il Castello Sforzesco-Civiche Raccolte d’Arte Applicata a Milano e il Museo della Città “Luigi Tonini” a Rimini. La mostra è realizzata con la sponsorizzazione di Intesa Sanpaolo – con i musei Gallerie d’Italia, e Intesa Sanpaolo Innovation Center.
Daniele da Volterra
Daniele Ricciarelli, detto da Volterra (1509 – 1566), fu allievo di Michelangelo e a lui era legato da profonda amicizia tanto da essere presente alla morte del maestro nella casa romana a Macel de’ Corvi. Leonardo Buonarroti, nipote di Michelangelo, gli commissionò subito dopo due ritratti in bronzo dello zio, e poco dopo l’incarico dell’esecuzione di questi due busti si aggiunse una terza richiesta avanzata dall’amico e antiquario Diomede Leoni. L’artista morì nel 1566 senza aver rifinito le tre teste promesse a Buonarroti e a Leoni, come risulta dai documenti, redatti a partire dal giorno dopo la sua morte. Il problema della cronologia e della fusione delle effigi bronzee di Michelangelo è rimasto nell’ambito della storia dell’arte un punto ancora da chiarire.
La mostra
“L’idea di questa esposizione – dichiara Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze – nasce dall’esigenza di dare un contributo scientifico rispetto al complesso rapporto tra originali e derivazioni. Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra è una mostra unica e inconsueta che si pone l’obiettivo di rispondere a quesiti ancora aperti grazie anche all’utilizzo di strumenti altamente tecnologici e innovativi. Punto di partenza di questo progetto epocale su Michelangelo Buonarroti e il suo allievo Daniele da Volterra, è stato il riordino e il restauro del busto conservato nel nostro Museo. Cogliamo quindi questa occasione per offrire per la prima volta un raffronto diretto dei nove busti che riportano i tratti di Michelangelo Buonarroti, per rivederne i dati, i documenti e la relativa bibliografia”.
Le indagini scientifiche sulle opere
Per questo progetto espositivo tutti gli esemplari presenti sono stati sottoposti ad una intensa campagna di analisi non invasive.
Sono state condotte indagini scientifiche mai realizzate in precedenza su queste opere, come le analisi geologiche delle terre di fusione o quelle nucleari (XRF) per determinare la natura e la composizione delle leghe di metallo.
La proficua e stretta collaborazione con Mario Micheli, professore di storia e tecnica del restauro presso l’Università Roma Tre, insieme a un team formato ad hoc, ha aperto nuovi approcci. Ogni testa è stata digitalizzata e stampata in 3D grazie a Factum Foundation for Digital Technology in Conservation.
Immagine d’apertura: Allestimento della mostra alla Galleria dell’Accademia di Firenze Foto © Guido Cozzi
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