Arte

Muve: a Palazzo Ducale la mostra: “Venezia, gli Ebrei e l’Europa 1516-2016”

venezia gli ebrei e europa

di redazione

Venezia, venerdì 3 giugno 2016 –

Come ben si sa Venezia è stato un grande centro di scambi fra Oriente e Occidente. Secondo la tradizione, gli ebrei giunsero nella laguna agli inizi del XI secolo, divenendo a poco a poco, tra l’alternarsi di permessi e divieti di soggiorno, un nucleo considerevole.

venezia gli ebrei e europaFu per questo che il governo della Repubblica di Venezia avvertì la necessità di organizzare la presenza ebraica. Lo fece con un decreto del 29 marzo 1516, con cui si stabiliva che gli ebrei avrebbero dovuto abitare tutti in una sola zona della città. Precisamente nell’area dove anticamente erano situate le fonderie, i cosiddetti “geti” in veneziano, poi trasformatisi in “gheti”, per via (secondo una tradizione non documentata) della pronuncia orientale dei primi ebrei.
Era il 1516 e tra divieti, attività commerciali, liberalizzazioni e poi persecuzioni, da quel decreto, che sancì la nascita del primo ghetto in Italia e in Europa, sono trascorsi 500 anni.

Proprio per l’occasione del Cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto di Venezia, il Comune e la Fondazione Musei Civici (Muve) hanno organizzato una mostra dal titolo “Venezia, gli Ebrei e l’Europa 1516-2016”, allestita al Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, dal 19 giugno al 13 novembre 2016.
L’esposizione,
 a cura di Donatella Calabi, ripercorre questi lunghi 500 anni che hanno visto di tutto: dalla Venezia prima del ghetto al Ghetto cosmopolita, dal periodo dei commerci tra XVII e XVIII secolo all’apertura dei cancelli sotto Napoleone, fino all’atroce periodo della persecuzione e dell’Olocausto del xx secolo. Esposti, dipinti, sculture e documenti vari, da Francesco Hayez con La distruzione del Tempio di Gerusalemme, a Giacomo Balla con il ritratto Letizia Pesaro Maurognato, da opere di Vittore Chagall Rabbino n2Carpaccio (Predica di Santo Stefano, Ritratto del doge Leonardo Loredan) a Marc Chagall con Rabbino n°2 (1912-1922).
La rassegna si propone di descrivere i processi che sono alla base della realizzazione e della nascita del primo “recinto” al mondo destinato agli ebrei. Allarga lo sguardo anche alle relazioni stabilite con il contesto degli altri quartieri ebraici (e non solo) italiani ed europei. Obiettivo dell’iniziativa è quello di mettere in luce la ricchezza dei rapporti tra ebrei e Venezia, tra ebrei e la società civile nella lunga permanenza in laguna, e poi anche in area europea e mediterranea. Inoltre, altro intento della mostra a Palazzo Ducale è quello di proporre una riflessione sulle relazioni culturali e linguistiche, sulle abilità artigianali e sui mestieri che la comunità ebraica ha condiviso con la popolazione cristiana e le altre minoranze presenti in un centro mercantile di straordinaria rilevanza, come appunto Venezia ai tempi della Serenissima. L’ipotesi di partenza del progetto è infatti che la storia dell’istituzione del Ghetto debba essere studiata nel quadro della più generale gestione da parte della Repubblica Veneta delle minoranze nazionali, etniche e religiose che vivevano nella città capitale di una ‘economia mondo’, come la chiamava lo storico Fernand Braudel. Ma si tratta anche di spiegare come queste relazioni si siano via via allargate a un ambito geografico molto vasto e siano continuate nel tempo adattandosi ai cambiamenti politici sociali e culturali.

La mostra è prodotta dal Comune di Venezia e dal Muve, con il sostegno del Comitato “I 500 anni del Ghetto di Venezia” Comunità Ebraica di Venezia.

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