Arte

Novecento italiano. Un secolo di arte ai Musei civici agli Eremitani

Attraverso novanta opere di grandi artisti, la mostra invita a riflette sugli aspetti rivoluzionari che hanno reso il XX secolo fecondo e inquieto.

 

di redazione

PADOVA – Il Novecento fluisce nei corsi e ricorsi artistici, nei repentini cambi di generazioni e mentalitร  pittoriche, scanditi dai rintocchi della storia. รˆ quanto emerge dalla mostra โ€œ900ย italiano. Un secolo di arteโ€, che ha preso il via il 31 gennaio negli spazi dei Musei civici agli Eremitani. A cura di Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti, la rassegna sarร  visitabile fino al 10 maggio 2020. Dal ritmo serrato, la mostra invita a riflette sugli aspetti rivoluzionari che hanno reso il XX secolo un secolo fecondo e inquieto. La cui parabola artistica si snoda tra salti e continuitร , fasi di crisi e progresso e alla ricerca delle forme cangianti assunte da una bellezza non piรน salvifica. Attraverso una selezione di capolavori emblematici di grandi artisti di quel periodo, Novecento Italiano ricostruisce cronologicamente un secolo dโ€™arte. Il tutto con lโ€™intento di fornire al visitatore spunti di riflessione per la sua comprensione. E questo, grazie appunto alla visione di opere straordinarie che documentano lโ€™alto valore internazionale delle vicende creative italiane.

‘900 Italiano. Un secolo di arte. La mostra

Il percorso espositivo prende avvio dalla miccia futurista, accesa dalle scintille divisioniste di Giacomo Balla e dei suoi giovani allievi: lโ€™uomo di Forme uniche della continuitร  nello spazio incede nel tempo futurista di Umberto Boccioni, in violenta accelerazione verso la deflagrazione della linea chiusa, nella stessa corsa impetuosa che di lรฌ a poco lo avrebbe condotto al baratro dei totalitarismi.
Nelle fiamme della prima Guerra Mondiale ardono fino alla cenere i mucchi di sogni di progresso delle Avanguardie e lโ€™arte italiana rientra โ€œall’ordineโ€ negli anni Venti. Lโ€™appello รจ lanciato dal Grande Metafisico Giorgio De Chirico, che rievoca le suggestioni della classicitร  in un tempo sospeso.
Recuperano la tradizione anche gli Italiens de Paris. Alberto Savinio esorcizza la tragedia in visioni ludiche al limite del surrealismo, mentre nei fugaci paesaggi di Filippo De Pisis languono bagliori impressionisti.

 

ย  ย  ย  Giorgio Morandi, Natura Morta, 1921 collezione Giorgio Pulazza

 

La rassegna fissa i movimenti artistici che hanno diviso il Novecento tra modernitร  ed ereditร  del passato. Movimenti quali il realismo magico di Giorgio Morandi e Carlo Carrร  che approda a un silenzio contemplativo sui segni nascosti dellโ€™ordinario, insieme al nitore simbolico di Felice Casorati. E poi il Primordialismo plastico che assume la forma austera di un mito moderno che rievoca il Quattrocento italiano. Sono queste alcune anime della sperimentazione degli anni Venti e Trenta, che si accompagnano agli stravolgimenti visionari della โ€˜Scuola di Via Cavourโ€™ e alla dimensione monumentale in Gino Severini e Mario Sironi. Lโ€™osservatore si lascia alle spalle il militante realismo di Renato Guttuso per inoltrarsi nella non figurativitร  del secondo Dopoguerra, introdotta dal raffinato onirismo di Osvaldo Licini.
La seconda parte della mostra si focalizza sull’indagine spaziale di tre individualitร  miliari: Giuseppe Capogrossi segna il punto di transizione nella celebrazione del segno. Nei sacchi laceri di Alberto Burri cโ€™รจ la storia della miseria umana, mentre il โ€œsacerdote del gestoโ€ Lucio Fontana indaga al di lร  della rassicurante bidimensionalitร  della tela. La poesia visiva di Emilio Isgrรฒ invece esalta la forza della parola eliminata, mai tanto eloquente come quando รจ costretta al silenzio.
In mostra non mancano il gruppo Forma e la Pop Art italiana, le sperimentazioni di azzeramento dellโ€™Arte Concettuale e lโ€™etica dellโ€™Arte Povera, fino alla meritoria presenza delle provocazioni del padovano Gruppo Enne. Alla fine degli anni โ€™70 la Transavanguardia grida al โ€œlibera tuttiโ€ e lโ€™artista torna a parlare in prima persona: superato il contrasto tra astratto e figurativo, il cerchio si richiude. Ma non per molto.

 

*In alto: Giuseppe Capogrossi, Natura Morta

 

Info
Musei Civici agli Eremitani
Piazza Eremitani 8, Padova
Mostra dal 31/01/2020 al 10/05/2020
Orari: da martedรฌ a domenica 10.00 – 19.00
chiuso i lunedรฌ non festivi
www.padovacultura.padovanet.it/it

 

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