Il sospetto conflitto d’interessi per il bando vinto da un editore sembrerebbe esserci. Ma Osanna: “Conflitto d’interessi? In verità no!”
NAPOLI – Il sospetto conflitto d’interessi sembrerebbe esserci, tanto che ha portato a un contenzioso ancora aperto. Questa volta la vicenda si concentra a Pompei.
Nelle straordinarie e antichissime vie del sito archeologico, si diramano e si intrecciano problemi, scandali e polemiche. A riportare la notizia in questione è Il Fatto Quotidiano, unico giornale che si è occupato del caso.
Protagonista della vicenda è il soprintendente Massimo Osanna, che da un anno e mezzo è alla guida del Grande Progetto Pompei. Sono stati fatti appalti per spendere entro fine anno ben 105 milioni di euro ricevuti dall’Europa, pena la revoca dei fondi.
Il problema in questione è partito però dal corposo catalogo – 592 pagine in brossura al costo di 80,75 euro – che accompagna la mostra in corso all’Ara Pacis di Roma con il titolo: “Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei”.
Ma a saltare agli occhi non è il catalogo, bensì l’editore che lo ha realizzato e distribuito, ovvero L’Erma di Bretschneider. Secondo quanto riferisce Il Fatto Quotidiano, tra le sue pubblicazioni torna spesso il nome di Osanna e pure del responsabile unico del procedimento di gara e dirigente Mibact Adele Lagi. Soprintendente e funzionaria ad aprile hanno assegnato una gara d’appalto del valore di oltre 2,5 milioni di euro a un consorzio romano l’Arte’m Net, che a sua volta è partecipato dall’editore in questione.
Lo stesso editore (L’Erma di Bretschneider) poi che risulta distributore della Osanna Edizioni, casa editrice di famiglia del soprintendente stesso. Il dubbio quindi di un celato conflitto d’interessi c’è.
Ma sarà l’esito del contenzioso a definirlo, verificando la legittimità dell’assegnazione.
Un contenzioso che è partito dal gruppo escluso, il quale ha fatto ricorso segnalando i legami professionali tra chi ha presieduto la gara e una delle aziende vincitrici.
Dal canto suo, ieri la replica di Massimo Osanna su Il Fatto Quotidiano: “Conflitto d’interessi? In verità no. Né io né i miei colleghi abbiamo un rapporto economico diretto con l’editore che ha vinto la gara. Se ci sono nostri contributi pubblicati dall’Erma sono avvenuti su richiesta di altri organizzatori che ci hanno chiesto una prefazione, un articolo, la stesura di un capitolo ma senza compensi. Parliamo di pubblicazioni di nicchia di alto valore scientifico, ma di bassa tiratura per le quali l’editore spesso non rientra neppure delle spese che sostiene”.
In merito invece alla casa editrice di famiglia il soprintendente risponde (sempre su Il Fatto Quotidiano ndr): “E’ vero. Ma si tratta della piccola casa editrice di famiglia della quale si occupano mia madre e il mio patrigno, io ho contribuito con delle pubblicazioni ma non mi occupo assolutamente della politica di distribuzione commerciale. Io su cosa e come pubblicare, detto con franchezza, non metto becco. Se poi l’editore ha fatto una cosa buona insieme all’Ati che gli ha consentito di vincere… tutta questa ricerca di confitti mi stupisce”.
(Immagine: Fonte www.libreriamo.it)
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