Il report di ICOM fotografa una situazione preoccupante nei musei di tutto il mondo, molti dei quali, a causa della crisi, sono costretti a licenziare personale
di Antonella Furci
ROMA – Peggiora la situazione dei lavoratori negli enti museali mondiali. È quanto viene riportato dal report di ICOM – la principale organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i musei e i suoi professionisti. L’ultima sua indagine sul settore museale, a un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, rileva “dati allarmanti” e a livello globale. Il report fa seguito ad altre due indagini. La prima, più di un anno fa, fotografava una situazione disastrosa per musei e professionisti museali di tutto il mondo, con quasi il 95% delle istituzioni costrette a chiudere. La seconda invece, condotta nell’autunno 2020, ha presentato una situazione diversa tra i musei, dovuta a differenze regionali, apertura e impatto economico.
Un museo su dieci costretto a licenziare
Nonostante, il passaggio ai contenuti digitali, abbia coinvolto tutti i musei nel mondo, a preoccupare è la condizione dei lavoratori museali. Le ondate della pandemia e i conseguenti lockdown hanno portato a una riduzione del personale nei musei nel mondo e ad un aumento delle misure economiche che “andranno a incidere negativamente sulla stabilità finanziaria dei professionisti museali”.
Pertanto la percentuale dei musei che hanno dichiarato il licenziamento di dipendenti è aumentata del 5,8% dal maggio 2020 al 9,6% di un anno dopo. Quasi uno su dieci dei musei che hanno partecipato all’indagine ICOM ha dovuto licenziare membri del personale a causa della crisi. Mentre il 4,1% dei musei a livello mondiale rischia la chiusura definitiva.
La situazione dei liberi professionisti
Critica anche la situazione dei liberi professionisti che lavorano nei musei di tutto il mondo. Il 15% dei partecipanti all’indagine di ICOM ha dichiarato di essere stato licenziato a causa della pandemia. Il 5% in meno dalla primavera 2020 “ma comunque un numero allarmante” secondo ICOM. I tre rapporti mettono sotto lente d’ingrandimento una forte diminuzione della percentuale di lavoro museale. È scesa dal 56,9% al 32,5% la percentuale di lavoratori per i quali la consulenza per i musei è pari almeno al 50% del proprio reddito. “Senza un adeguato supporto al settore – sottolinea ICOM – c’è il rischio concreto di perdere professionisti altamente qualificati e specializzati”.
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