Arte

ReSÒNAnT Ritmi e Suoni. Alla ricerca dell’arte della musica antica

Museo ArcheologicoVV

di Antonella Furci

Vibo Valentia, mercoledì 25 maggio 2016 –

Facciamo un passo indietro. Molto indietro. Precisamente nell’antica età greca e romana. E per un attimo chiudiamo gli occhi e cerchiamo di ascoltarne i suoni. Sì, i suoni. Quelli che in armonia formano ciò che si chiama musica.

Museo ArcheologicoVVCerchiamo di captarne le note fino a scoprire quali oggetti producono queste melodie. Ma quali erano gli strumenti che creavano quelle atmosfere musicali tipiche dell’ età classica? A svelarcelo è la particolare mostra “ReSÒNAnT Ritmi e Suoni: l’Arte ritrovata”, allestita al Museo Archeologico Nazionale ‘Vito Capialbi’ di Vibo Valentia, diretto da Adele Bonofiglio, custode della nota Laminetta orfica e del particolare Busto di Agrippa, oltre ad essere il museo che conserva più opere archeologiche recuperate dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Cosenza. Ha sede inoltre all’interno del Castello Normanno Svevo, “contenitore” dell’ importante patrimonio archeologico e al tempo stesso reperto archeologico medievale. La mostra è stata inaugurata questa mattina, mercoledì 25 maggio e sarà visitabile fino al 17 settembre 2016. È organizzata dal Polo Museale della Calabria, guidato da Angela Tecce, in collaborazione con il Comune, l’Istituto Omnicomprensivo “B. Vinci” di Nicotera e il Conservatorio Torrefranca di Vibo Valentia.
La musica è un’arte molto praticata nel mondo classico, della quale si ritrovano solo pochi frammenti, spesso anche di difficile interpretazione e con tentativi di riproduzione sonora.
ReSònanT è in sostanza un viaggio nel tempo, alla scoperta dell’arte della musica partendo dall’età antica. Un’occasione unica per scoprire i suoni che cadenzavano i momenti di vita quotidiana, il tutto attraverso la riscoperta di quegli strumenti allora usati.

L’ obiettivo della mostra è infatti quello di far conoscere il valore della musica antica e soprattutto la sua funzione e applicazione, che ovviamente differisce di molto rispetto alla nostra. Offre la possibilità di prendere visione degli oggetti sonori usati, ma anche di percepirne le melodie, attraverso i sensi dell’ udito ed del tatto. Un vero e proprio viaggio alla scoperta di quelle emozioni che la musica del tempo suscitava, scoprendone anche i significati e le usanze.
La mostra si sviluppa su due livelli: al primo piano i ragazzi del Conservatorio Torrefranca raccontano l’evoluzione storica della musica, mentre al piano terra sono presentati i reperti archeologici, alcuni provenienti dai Musei di Sibari e di Locri, e alcuni strumenti musicali del Conservatorio. E poi, ricostruzioni desunte da fonti letterarie o iconografiche, ritmi, suoni, declamazioni di testi classici e rappresentazioni scenografiche. “ReSònanT è inteso come suoni e risonanze – spiega la direttrice del Polo Museale della Calabria Angela Tecce – poichè non solo si dà valore storico all’oggetto antico, in tal caso agli strumenti musicali, ma anche si contestalizza la funzione che l’oggetto aveva in quel tempo. Capire in sostanza come allora era interpretata la musica. La mostra, inoltre – aggiunge la direttrice Tecce –  è un modo di dare valore al patrimonio culturale, sia inteso come cultura che come settore professionale, contribuendo a dare maggiore visibilità al nostro patrimonio artistico e archeologico che è l’ “industria” della Calabria e dell’Italia”.

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