Arte

Risonanze, mostra del Biennio di Decorazione per l’architettura


Il progetto espositivo vede coinvolti studenti del Biennio di Decorazione per l’architettura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna


 

BOLOGNA – I Musei Civici di Arte Antica tornano ad essere partner di Opentour, la settimana della Festa dell’arte organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in collaborazione con importanti istituzioni della città. Un appuntamento che si colloca alla fine dell’anno di lezioni pensato per aprire le porte dell’Accademia al pubblico e presentare i risultati dell’attività creativa di studenti e docenti.

Risonanze

Per la settima edizione della manifestazione, dal 25 giugno al 12 settembre 2021 le Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio accolgono la mostra collettiva Risonanze con interventi di Elham M. Aghili, Khorshid Pouyan, Rui Wang, Kun Zhao e Yanxi Zhou. Il progetto è uno dei tre momenti espositivi di Patrimonio, risorse per lo spazio pubblico, strumenti per la progettazione artistica contemporanea.
Un ciclo di interventi dedicati alle forme/modalità di trasmissione del patrimonio culturale attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea in dialogo con l’architettura e i suoi contesti. 

Il progetto

Risonanze costituisce l’esito progettuale realizzativo del percorso didattico proposto dalla docente Vanna Romualdi nell’anno 2020-2021. E’ incentrato sul rapporto Arte/Architettura in una prospettiva di continuità concettuale e visiva che vede il segno nelle sue diverse declinazioni linguistiche connesso al contesto ambientale/architettonico. Invitati a proporre uno sguardo sul territorio bolognese, i cinque studenti coinvolti sono stati stimolati a sperimentare connessioni tra nuovi segni e memorie preesistenti. Iniziando da una riflessione sullo spazio, sulle sue funzionalità e sulle relazioni con l’ambiente circostante e il suo significato, oltre il concetto di estensione, distanza, misura.

Yanxi Zhou

Nella Cappella Farnese, con l’opera La ferita dell’epoca, Yanxi Zhou riflette sul ruolo del patrimonio culturale, materiale e immateriale. Lo analizza in relazione allo sviluppo della tecnologia e delle sue trasformazioni che hanno cambiato in maniera profonda la nostra vita e la percezione che abbiamo di noi stessi. Partendo da una serie di scatti fotografici, Zhou costruisce un’animazione video. Qui entra in dialogo con la dimensione simbolica delle opere presenti in Cappella relazionandole al tema affrontato.

Rui Wang

Nella Sala 3 del museo, con l’intervento L’amore ha bisogno di distanza, Rui Wang pone una delimitazione spaziale, una linea di luce di colore rosso e blu, tra lo spettatore e le opere della collezione. Un dispositivo di sicurezza che sottolinea una partizione di spazio eletta a simbolo tra noi e il mondo, capace di generare assonanze con la dimensione di confinamento a cui siamo stati costretti.

Kun Zhao

Nella Sala 20, con l’opera Carpe Diem, anche Kun Zhao sceglie di inibire la libera percorribilità dello spazio espositivo, negando al pubblico la possibilità di avvicinarsi alle opere della collezione permanente. Con questo intervento l’artista invita i visitatori ad una riflessione sui concetti di protezione/proibizione in riferimento all’accessibilità del patrimonio culturale, che ci viene proposta negli spazi pubblici e privati.

Elham M. Aghili e Khorshid Pouyan

Infine, nella Sala Boschereccia, l’intervento site specific Hybrids di Elham M. Aghili e Khorshid Pouyan ci introduce in un ambiente multisensoriale, in cui il suggestivo tappeto sonoro di Pouyan, rilevato nell’Orto Botanico di Bologna con uno strumento capace di tradurre in suoni le vibrazioni delle piante, si unisce ad un immersivo intreccio tessile, costruito da Aghili con fili di ferro e lane colorate, che restituisce all’osservatore un immaginario futuro tra il selvatico e l’addomesticato, abitato da una nuova generazione vegetale.

 

Immagine d’apertura: opera di Rui Wang per la mostra collettiva Risonanze, Bologna

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