In scena il recital di Roberto Vecchioni e della moglie Daria Colombo, in cui la femminilità fa rima con capacità di prendere la vita per il verso giusto.
di redazione
ROMA – “Anche nella sua normalità una donna è sempre straordinaria”. E aggiungiamo anche: la complessa ‘normalità’ della donna – lavoratrice, mamma, moglie – è già straordinaria di per se.
E’ da questa convinzione che parte ‘La forza delle donne’. Il recital di Roberto Vecchioni e di sua moglie Daria Colombo, scrittrice e attivista. Per la prima volta i coniugi Vecchioni dopo 30 anni di matrimonio dividono anche il palco. Lo spettacolo prende le mosse dal romanzo della stessa Daria Colombo: ‘Alla nostra età, con la nostra bellezza’ (Rizzoli).
‘La forza delle donne’, per la regia di Velia Mantegazza, andrà in scena il 24 marzo al Teatro Elfo Puccini di Milano e il 31 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Sul palco con Daria e Roberto anche Ilaria Biagini al pianoforte e al flauto. I proventi dello spettacolo, prodotto dalla D.M. Produzioni di Danilo Mancuso, andranno ad Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, e alla Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano.
‘La forza delle donne’ è una celebrazione al coraggio e alla sensibilità delle donne comuni e non alle figure eroiche. Ieri per la Festa della donna non poteva che avere una singolare anteprima, trovando ospitalità alla Camera dei Deputati nella Sala Regina. “Di fatto abbiamo sempre lavorato insieme. Lei è la mia eminenza grigia” – racconta Vecchioni, che alla moglie ha dedicato più canzoni e anche la vittoria del Festival di Sanremo nel 2011.
Come nel romanzo della Colombo, anche nel recital la femminilità fa rima con quotidianità e capacità di prendere la vita per il verso giusto. “Quando cantavo ‘Voglio una donna con la gonna’ molti non capivano che si trattava di una provocazione”, dice Vecchioni. “Il senso di quella canzone era nel finale in cui dicevo che una donna deve rimanere tale e non scimmiottare i maschi. La cosa peggiore è dover imitare un uomo per poter essere qualcuno. Loro hanno sempre una marcia in più, non lo dico per piaggeria. Nella mia vita – aggiunge il cantautore – ho imparato di più da una donna che da mille uomini”. Il seme di questo spettacolo a quattro mani è stato gettato già 30 anni fa, ma sul palcoscenico arriva adesso, forse nel momento più adatto. “Nei periodi di crisi i diritti sono più a rischio “, continua la scrittrice. “Quando non si riesce a far quadrare il bilancio, le donne rinunciano alla babysitter, perdono il lavoro, assistono gli anziani. Ci vanno di mezzo sempre loro per prime – osserva – e la mentalità sembra regredire nel tempo”. (Ansa)
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