di Tatiana V.
Milano, lunedì 31 ottobre 2016 –
facendo un salto indietro nel vivace periodo artistico del Barocco insieme a un artista di centrale importanza per la storia dell’arte europea: Pieter Paul Rubens.
Artista famoso, è ancora poco conosciuto in Italia e frettolosamente annoverato nella schiera dei “pittori fiamminghi”. In realtà fu molto importante e incisivo il suo soggiorno nella nostra Penisola tra il 1600 e il 1608. Lasciò infatti un segno indelebile e vitale in tutta la sua vasta produzione artistica. Si può dire dunque che l’Italia fu fondamentale per Rubens, così come Rubens per l’Italia. È a lui che si devono i primi segnali della nascita del Barocco, che si è diffuso in altissime espressioni in ogni regione italiana. Quella di Rubens fu un’ influenza davvero decisiva per la nascita di questa corrente artistica. Merito che tutta la critica gli riconosce ed esalta. Ma anche l’Italia e la sua pluralità culturale fu decisiva per lui, al punto che Bernard Berenson ama definirlo “un pittore italiano”. Le sue esperienze e i suoi rapporti con Genova, Mantova, Venezia e la sua vicenda romana permettono di ricostruire quel filo così profondo che lo ha legato alla cultura italiana, che resterà il tratto distintivo per tutta la sua produzione successiva.
A questo grande artista Milano torna a dare grande spazio attraverso una mostra a lui dedicata e dal titolo “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco“, ospitata a Palazzo Reale dal 26 ottobre, sarà visitabile fino al 26 febbraio 2017. Rubens ritorna dunque al centro di una grande esposizione dopo che il capoluogo lombardo aveva già ospitato tra dicembre 2015 e gennaio 2016 a Palazzo Marino l’ultima opera realizzata dal maestro prima di lasciare l’Italia: l’ Adorazione dei Pastori. Concessa in prestito dal Museo Civico di Fermo, durante l’esposizione è stata ammirata da oltre 120.000 visitatori. Il dipinto, che testimonia il suo rapporto con l’arte italiana, con questa nuova mostra fa ritorno a Milano, a Palazzo Reale.
La rassegna mette in evidenza i rapporti di Rubens con l’arte antica e la statuaria classica e la sua attenzione verso i grandi maestri del Rinascimento come Tintoretto e Correggio. Ma punta anche e soprattutto a far conoscere la straordinaria influenza che Rubens ha esercitato sugli artisti italiani più giovani, che diventeranno i protagonisti del Barocco come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco, e così via fino a Luca Giordano.
Per seguire questo complesso percorso artistico, la curatrice della mostra, Anna Lo Bianco, ha selezionato una gruppo di 70 opere, di cui 40 sono del maestro fiamingo, riuniti in questa importante esposizione milanese grazie a prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni del mondo. Provengono infatti dal Museo Nazionale del Prado, dall’Hermitage di San Pietroburgo, dalla Gemäldegalerie di Berlino e dal Principe del Liechtenstein, e da numerose collezioni italiane, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, i Musei Capitolini, la Galleria Borghese, la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina di Firenze, il Museo di Palazzo Ducale di Mantova, la Galleria di Palazzo Spinola di Genova e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Si tratta di un gruppo di opere esemplificative dove è possibile seguire quei richiami e sono evidenti i confronti tra dipinti di Rubens, le sculture antiche e le opere di alcuni grandi protagonisti del Cinquecento e di artisti barocchi.
La mostra è organizzata da Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, con il patrocinio dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con il sostegno di Visitflanders – Ente del Turismo delle Fiandre.
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