Per ARTE SENZA BARRIERE lo straordinario esempio di Simona Atzori, pittrice, scrittrice e ballerina
Rubrica a cura di Rosario Rito
Se ci mettessimo a riflettere un po’ sulla forma del nostro corpo, ci accorgeremmo che può essere paragonato a un albero. Un albero con due grandi rami che prendono il nome di ‘braccia’, due braccia che si levano verso il cielo. Come l’albero ha i rami secondari, la chioma, il fusto, il tronco e le radici, così, anche il nostro corpo ha molteplici parti e organi, che hanno delle precise funzioni. Occhi per vedere, orecchie per udire, mani per toccare, un’anima, un cervello e un cuore per comprendere e amare e, per andare incontro a quel meraviglioso viaggio che è la vita.
Credo che leggendo la semplice bibliografia di Simona Atzori, non solo a me ma a tutti, sorgerebbe spontanea una domanda: ma è proprio vero che nessuna parte del nostro corpo può essere sostituita da un’altra? O se siamo, dovremmo, o potremmo essere noi stessi i meccanici ed educatori di esso? E se ciò fosse vero, come possiamo diventarlo?
Simona nasce a Milano da genitori di origine sarda e già all’età di quattro anni desiderava disegnare. Non ci sarebbe nulla di straordinario o pazzamente di ridicolo a voler disegnare, se non fosse che quel desiderio è espresso da una bambina nata senza braccia. Nasce priva di arti superiori e come si sa i bambini non solo sono la purezza dei loro desideri, credenze e obiettivi, ma possiedono una caparbietà cosi pura e forte che anche l’ostacolo più grande, o la probabilità più assurda, la trasformano in un obiettivo da raggiungere. Sono gli unici che possiedono una forza interiore che noi adulti neanche immaginiamo. Simona è perfettamente cosciente di non avere le braccia, così s’impegna spontaneamente ad educare al meglio la parte migliore del suo corpo. Fino al punto di accorgersi che le mani che le servono possono essere sostituite dai suoi piedi.
E’ proprio la sua voglia di realizzarsi che la porta a fare del suo piede la sua mano, fino al punto da arrivare a disegnare, dipingere, scrivere, firmare e fare tante, tantissime altre cose. “Il nostro corpo è un giardino di cui è giardiniere la nostra volontà ”, diceva William Shakespeare, e riguardo a questo, Simona ci dà prova concreta che nessuna pianta può germogliare se i nostri sogni rimangono tali.
“Ci lasciamo condizionare, non solo da ciò che non abbiamo, ma soprattutto da come ci vedono e preferiscono gli altri”, parole queste della meravigliosa Simona. In un’altra sua riflessione sui sogni sottolinea: “la prima cosa da fare per realizzare un sogno o meglio, ciò che noi desideriamo d’essere, sta nel coraggio di partire, perché se non si ha la forza di farlo, anche le cose più semplici che desidera il nostro cuore non avranno la possibilità di concretizzarsi e donare a noi quelle vere soddisfazioni di cui il nostro animo ha necessariamente bisogno. I sogni vanno accarezzati, curati, abbeverati, coccolati”.
E’ questo quello che Simona scrive nei suoi libri e dice nelle sue conferenze. “Decisi di trasformare il mio corpo in un’arma capace un giorno di restituirmi la libertà ”, questa non è solo una citazione dal film ‘Hurricae’ – Il grido dell’innocenza di Robin Carter – ma ciò che Simona ha voluto, desiderato e preteso dal suo corpo. E non per uguagliarsi agli altri, ma per dare risposta concreta al quel grido silenzioso che, congiunto all’ostinazione, conduce al senso della vita e ad essere vitali.
“Il nostro corpo è un veicolo meraviglioso, molto misterioso e complesso. Usalo, non lottarci contro; aiutalo. Nell’istante in cui vai contro di lui, vai contro te stesso” disse Osho Rajneesh, maestro di spiritualità indiana.
Simona prendendo le parti migliori del suo corpo – mente, anima, gambe e piedi – non solo riesce a raggiungere i suoi obiettivi attraverso la scrittura, la pittura e la danza, ma accoglie e abbraccia la vita. Solo chi sa usufruire sapientemente di ciò che ha può raggiungere e creare da un lato quella destrezza che aiuta a essere liberi nel raggiungere i propri progetti, dall’altro ci assimila agli altri nell’essere creativi di un io in cerca di una propria e irripetibile identità .
I colori, i movimenti e le parole dell’anima, ecco mi piacerebbe racchiudere e custodire in questa frase tutto l’universo artistico e vitale della meravigliosa Simona Atzori. Grazie Simona del tuo esempio e del tuo grande e dolce abbraccio alla vita.
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Immagine d’apertura: Simona Atzori. Foto da © siamosolidali.it
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