Arte

Spazio A: all’incontro di domani la video artista Marina Ballo Charmet

Marina Ballo Charmet Piazzaduomo2011

di redazione

Firenze, giovedì 5 maggio 2016 –

Ritorna l’appuntamento con ‘Contaminazioni’ organizzata allo Spazio A di Firenze dove ogni venerdì  sono previsti incontri dedicati all’architettura, al cinema e alla fotografia.

Curato da Riccardo Bruscagli, Laura Andreini e Marco Casamonti, il ciclo di conferenze invita i suoi ospiti ad interrogare l’antico, suscitando al contempo una meditazione su un futuro possibile.

Marina Ballo Charmet Piazzaduomo2011Questa settimana, venerdì 6 maggio alle ore 18 (e non alle ore 17.30), ci sarà la videoartista e fotografa Marina Ballo Charmet con la conferenza “Con la coda dell’occhio”. Coordina Martino Marangoni. La conferenza, come le altre di fotografia, è organizzata in collaborazione con la Fondazione Studio Marangoni e Banca Ifigest.
Marina Ballo Charmet è una psicoterapeuta, specializzata in psicologia infantile, che da metà anni ’80 si è dedicata anche all’arte della fotografia e dei video. Suo soggetto privilegiato è il quotidiano, il “sempre visto” che lei stessa definisce “il rumore di fondo della nostra mente”. Adotta uno sguardo caratterizzato da mobilità percettiva e dal fuori fuoco, laterale o dal basso – tipico della condizione infantile – che restituisce una visione fluttuante, una “percezione periferica” legata al nostro preconscio. Nell’incontro di domani l’artista presenta la sua ricerca attraverso i vari progetti di fotografia e di video. Con la coda dell’occhio (1993-1994) è una delle sue prime serie fotografiche. È il tentativo di dare senso al non senso dei panorami minimi, apparentemente  inerti – quali segmenti di marciapiedi, di aiuole, di spartitraffico – che costituiscono una interpretazione dello spazio urbano attraverso le tracce lasciate dall’attività umana che in esso si svolge (Con la coda dell’occhio, Art&, 1995, esposto per la prima volta alla Fondazione Mudima di Milano, nel 1996). In questo progetto sono già evidenti i temi centrali del suo lavoro, che vengono sviluppati e declinati nelle serie successive, Rumore di fondo (1996-2000) focalizzato sullo spazio domestico (presentato al Centre National de la Photographie di Parigi nel 1999 con l’omonimo libro); Primo campo (2000-2002) concentrato sulla figura familiare e sull’ambito relazionale, Poco dopo (2005) sullo spazio pubblico del mercato e dello stadio in cui la riflessione include la dimensione sociale.
Questa tematica emerge chiaramente nel progetto successivo, Il Parco (2006-2010), incentrato sull’abitare il paesaggio urbano, in particolare il parco pubblico, spazio di terra verde che rimanda alla dimensione utopica del giardino, con risvolti urbani e sociali. Realizzato in varie città – Milano, Roma, Berlino, Parigi, Palermo e New York – tratteggia la  geografia urbana di questa natura addomesticata e testimonia i molti utilizzi sociali di questo luogo pubblico. Dal progetto è nato il libro Il parco, Charta, che nel 2008 è stato presentato in diverse e importanti mostre. Marina Ballo Charmet presenterà anche i suoi lavori video a partire da Conversazione, opera che segna il passaggio dalla fotografia al video, a Passi leggeri, Dimmi, Lettura, e Disattenzioni in cui viene  messo al centro ciò che è al margine della nostra percezione abituale, azioni rimosse, fino a Agente apri, video realizzato nel carcere di San Vittore seguendo dei bambini figli di detenute, in cui emerge attraverso relazione del bambino con lo spazio carcerario anche una dimensione sociale, come in Frammenti di una notte realizzato per “Linea di Confine” in un ospedale.

Si potranno vedere sui monitor fissi, in loop, l’ultimo lavoro L’alba, sull’abitare Piazza del Duomo di Milano nel passaggio dalla notte al giorno e Passi leggeri, un video che ha un valore fondamentale nel suo percorso poiché introduce l’elemento del caso insieme al fuoricampo che diventa centrale. Con L’alba l’artista è presente nella mostra Agir, contempler curata da Jean-François Chevrier al Museo Unterlinden di Colmar, tutt’ora in corso.

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